domenica 1 ottobre 2017

“Stiffelio”: la trama

Stiffelio
Melodramma in tre atti

Musica
Giuseppe Verdi (Le Roncole, 10 ottobre 1813 – Milano, 27 gennaio 1901)




Libretto
Francesco Maria Piave (Murano, 18 maggio 1810 – Milano, 5 marzo 1876), dal dramma Le Pasteur, ou l’Évangile et le Foyer di Émile Souvestre (Morlaix, 15 aprile 1806 – Parigi, 5 luglio 1854) ed Émile Bourgeois (Morlaix, 12 marzo 1818 – Penzé-en-Taulé, 28 agosto 1847)


Prima rappresentazione:
Trieste, Teatro Grande, 16 novembre 1850

Personaggi
Stiffelio, ministro assasveriano (tenore)
Lina, sua moglie (soprano)
Stankar, vecchio colonnello conte dell’Impero e padre di Lina (baritono)
Raffaele, nobile di Leuthold (tenore)
Jorg, vecchio ministro (basso)
Dorotea, cugina di Lina (mezzosoprano)
Federico di Frengel, cugino di Lina (tenore)

Amici del conte, discepoli di Stiffelio, popolo assasveriano

L’azione si svolge in Germania presso il castello del conte di Stankar, sulle rive dello Salzbach, all’inizio del XIX secolo

ATTO I
Jorg, pastore uscente della setta degli Assasveriani, si augura che Dio ispiri il successore Stiffelio alias Rodolfo Müller, che rientra al castello del suocero Stankar dopo un viaggio. Senza leggerle, Stiffelio brucia nel caminetto alcune lettere che provano l’adulterio di una donna della comunità per dare l’esempio del perdono. La moglie Lina, travolta dal rimorso, decide di scrivere al marito per rivelargli che è lei l’adultera. Stankar, suo padre, entrando all’improvviso, la coglie sul fatto e le impone di nascondere al marito una verità così spaventosa. Nel frattempo Raffaele, il seduttore, fa scivolare una lettera per Lina nel messale. Jorg, non visto, si accorge della manovra ma, subito dopo, giunge un altro membro della comunità, Federico, che si appropria del libro: egli, equivocando, conclude che il seduttore è Federico e denuncia il fatto a Stiffelio. Il pastore gli sottrae il libro, strappando il sigillo. La lettera scivola a terra, ma prima che Stiffelio possa leggerla, Stankar se ne impossessa e la distrugge. Stankar sfida a duello Raffaele.

ATTO II
È notte e Lina attende Raffaele per l’ultimo incontro, nell’antico cimitero del castello. Vicino alla tomba della madre prova un grande senso di colpa. Sopraggiunge l’amante ed ella gli chiede indietro l’anello del marito. Nel frattempo, arriva anche Stankar, che sfida a duello il seduttore della figlia. Richiamato dal rumore delle spade, compare Stiffelio, che ordina ai contendenti di riconciliarsi nel nome di Dio. Appreso, però, dal suocero che Raffaele è il seduttore di Lina, afferra una spada e sfida il rivale. La donna non può fare nulla, ma si sente in lontananza un coro dal tempio. Inizia la funzione e tutti attendono Stiffelio. Combattuto tra l’istinto e la fede, egli sviene ai piedi della Croce.

ATTO III
Nel suo castello, Stankar è disperato e medita il suicidio: ma quando Jorg gli comunica che Raffaele sta tornando al castello per un colloquio con Stiffelio, decide di approfittarne per uccidere il seduttore. Stiffelio impone alla moglie di firmare un documento che sancisca il loro divorzio: in preda alla disperazione, Lina cede. Rimasto solo, Stiffelio si domanda come comportarsi col rivale, quando vede sopraggiungere Stankar con la spada insanguinata: il suocero ha ucciso Raffaele. Stiffelio si appresta a celebrare il culto e durante la funzione legge la storia dell’adultera. Al momento fatidico il pastore conclude la lettura del passo col perdono di Gesù, dichiarando in tal modo di aver perdonato la moglie.

Fonti:
giuseppeverdi200.gov.it
Dizionario dell’opera 2002 a cura di Piero Gelli, Baldini&Castoldi, Milano 2001

Adriana Benignetti