lunedì 21 novembre 2016

A colloquio con... Maria Katzarava

«Prima di entrare in scena, non sono mai particolarmente nervosa o impaurita. Ho molto rispetto per il pubblico e per quello che devo fare, ma una volta sul palcoscenico mi sento come a casa»

 
(© MK)
«Sono nata in Messico, dove sono cresciuta con la mia famiglia, ma sono molto affezionata alle mie origini georgiane, delle quali sono molto orgogliosa. Mio padre è georgiano ed è emigrato in Messico: qui è entrato a far parte dell’Orchestra Nazionale del Messico dove ha incontrato mia madre, dato che anche lei lavorava lì. Si innamorarono e si sposarono. Per questo motivo, anche se il mio Paese di origine è il Messico, sono sempre stata molto legata alla cultura georgiana». Si presenta così Maria Katzarava conosciuta e apprezzata per la pregevole voce, le grandi capacità interpretative e la notevole presenza scenica e per un curriculum davvero invidiabile, nonostante la giovane età. 

Un curriculum che continua, incessantemente, ad arricchirsi: tra pochi giorni (26 e 30 novembre, 2 e 4 dicembre) la Katzarava tornerà, ad esempio, sul palco del Teatro Massimo di Palermo per interpretare Micaëla in Carmen, un ruolo al quale è molto legata. «È un personaggio che amo particolarmente e che anche il pubblico apprezza molto: è un ruolo nobile che ha una delle più belle melodie scritte da Bizet». La produzione palermitana porta la firma, per la regia, di Calixto Bieito. « Amo molto la versione di Bieito perché mi permette di dare al personaggio più sfumature, e ne sono molto contenta. Micaëla è una donna di carattere e una manipolatrice: l’ultima cosa che vorrebbe è rimanere la “tipica zitella” del paese e fa di tutto per essere la scelta di Don Josè. Quella di Bieito è una messa in scena sempre fresca e attuale; è una proposta assolutamente carnale e terrena, lontana dai luoghi comuni, che approfondisce la natura delle emozioni di ciascuno dei personaggi. Per raggiungere questo obiettivo, Bieito dà molta libertà ai cantanti. Inoltre, il fatto che la scena sia stata posta lontana dall’Andalusia che tutti conosciamo e trasferita in una caserma militare spagnola di qualche decennio fa, permette alla proposta di acquisire una potente violenza emotiva e fisica; si respira nell'aria una virilità molto primitiva, nella quale l’innamoramento, la gelosia e il problema della marginalizzazione hanno un ruolo molto importante». Lo scorso settembre, sempre al Teatro Massimo di Palermo, il soprano ha debuttato nei panni di Cio-Cio San in Madama Butterfy. Ricordando quell’esperienza, Maria Katzarava dice: «È stato indimenticabile in quanto ha segnato il mio primo cambiamento di repertorio: è un momento che ricorderò sempre, così come il pubblico, meraviglioso, competente e caloroso. Cantare in questo teatro, ricco di tradizione e storia, è per me, come cantante messicana, un grande onore e un motivo di  orgoglio».




Il 2016 è stato un anno ricco di importanti debutti, come ad esempio, quello al Gran Teatre del Liceu di Barcellona nel ruolo di Desdemona. «Si, il 2016 è stato un anno importante e sono contenta; oltre a quello di Desdemona al Liceu di Barcellona e Butterfly al Teatro Massimo, ho anche debuttato Marguerite in Faust di Gounod, all’Opéra de Lausanne». Le chiedo se, tra gli ultimi debutti, ce n’è uno che ricorda con particolare emozione: «Senza dubbio il concerto di celebrazione dell’80º compleanno del maestro Zubin Mehta in India, ma anche molti altri in cui ho partecipato con il grande Placido Domingo e Andrea Bocelli. Non posso dimenticare, naturalmente, alcuni importanti debutti come quelli al Covent Garden, al Teatro alla Scala, al Bellas Artes e al Liceu di Barcellona. Sono stati davvero molti i momenti emozionanti nella mia carriera».


Figlia di genitori violinisti, Maria Katzarava si è avvicinata alla musica, piccolissima, proprio grazie a questo strumento: «Avere due genitori musicisti ha ovviamente “segnato” tutta la famiglia: non sono l’unica, infatti, ad essersi dedicata alla musica. Ho una sorella pianista che vive a Parigi e anche lei sta intraprendendo una carriera di primo livello. Il mio approccio alla musica è avvenuto a 5 anni con il violino e ho studiato questo strumento per molti anni. In qualche modo mi è stato “imposto” dai miei genitori, ma oggi, a distanza di tanti anni, sono molto grata loro, perchè ho avuto la possibilità di acquisire la base musicale attraverso uno strumento come il violino che mi ha aiutato davvero tanto nella mia carriera di cantante».

Maria Katzarava in Amelia, Il duca d'Alba
Durante l’adolescenza e parallelamente allo studio del violino, la Katzarava scopre, però, anche la passione per il canto. «All’inizio avevo in mente di intraprendere una carriera nella musica pop, un genere che amo molto: durante il mio percorso, però, molte persone mi hanno detto che avevo una voce speciale, con grandi potenzialità. Ho iniziato, così, a valutare altre possibilità e sono rimasta subito affascinata dal mondo della lirica e dalle grandi potenzialità di “sfruttamento” della voce. Da quel momento in poi, ho intrapreso questa strada e a 17 anni ho iniziato i miei studi di canto presso la Scuola di Musica di Città del Messico». A 21 anni, arriva il primo riconoscimento importante: «Ho partecipato al mio primo Concorso Internazionale, il Francisco Viñas di Barcellona, vincendo il premio speciale Carlo Bergonzi. Ero giovane e ovviamente inesperta, ma ricordo quell’esperienza con grande piacere» . Ripensando, invece, al primo debutto sul palcoscenico: «Ho debuttato nel 2006 a Città del Messico come Stéphano in Roméo et Juliette di Gounod accanto a Villazon e alla Netrebko. Fu una grossa emozione. A quel tempo, a soli 22 anni, cantare al fianco di due grandi artisti è stato come un sogno che si avverava, poichè si trattava di cantanti che ammiravo e ammiro ancora profondamente».


Nel 2008, invece, arriva il Primo Premio e il Premio Zarzuela nella competizione mondiale “Operalia” di Placido Domingo: «Quel concorso, del quale ho un bellissimo ricordo, mi ha introdotta veramente nel mondo operistico. Ho una grande ammirazione per il maestro Placido Domingo e per tutto quello che il suo concorso “Operalia”, senza dubbio il più importante del mondo, rappresenta. Domingo è un’importante figura di riferimento per me, una sorta di “padre musicale”, e mi ha sostenuta molto nella mia carriera. Dopo aver vinto Operalia ho avuto l'opportunità di debuttare come Giulietta a Saint-Etienne, in Francia. Da quel momento è cominciato tutto...».



Tra gli altri grandi artisti, incontrati sul suo percorso musicale, Maria Katzarava ricorda con particolare attenzione ed emozione anche Zubin Mehta: « Per me è stato un onore il fatto che il Maestro abbia contato su di me per celebrare, nel suo Paese, il suo 80° compleanno. È stato un concerto molto emozionante di cui ho un ricordo meraviglioso». «Ricordo con grande emozione anche Andrea Bocelli (un altro genio della musica!) e Ramon Vargas e Mirella Freni, con cui ho studiato. Entrambi sono stati importantissimi per la mia formazione: mi hanno “rivelato” molte sfumature, dettagli, segreti, sia dal punto di vista della tecnica vocale che dell’interpretazione. Ho anche avuto l'onore di studiare con il grande Francisco Araiza. Tutti loro hanno lasciato in me, come interprete, la loro impronta, ognuno a proprio modo».

Nonostante la giovanissima età, il soprano ha già impersonato molti ruoli operistici: le chiedo se ce n’è qualcuno al quale è particolarmente legata. «Tutti i ruoli che ho interpretato nella mia carriera sono stati importanti per me, ognuno per ragioni diverse. Per anni mi sono dedicata a un repertorio da soprano lirico-leggero: è stato un periodo durante il quale ho imparato davvero tanto. Ho sempre saputo, però, che a un certo punto avrei dovuto lasciare spazio all’evoluzione della mia voce e a un repertorio da soprano lirico-spinto, che è il mio vero cavallo di battaglia. In questo momento mi sento particolarmente legata ad alcuni ruoli che ho interpretato dopo il cambio di repertorio, come Madama Butterfly, Desdemona di Otello e Florencia di Florencia en el Amazonas (del messicano Daniel Catán)».  

Sono ancora tanti, invece, i ruoli che amerebbe interpretare: «Sono giovane e devo ancora debuttare tantissimi ruoli meravigliosi! In questo momento sto preparando il mio prossimo debutto come Lina in Stiffelio di Verdi, che canterò prossimamente a Berlino: nel 2017 sarò Tosca, un altro personaggio di Puccini che ho sempre desiderato interpretare e che debutterò a Tours in Francia». Le chiedo, allora, come vive un nuovo debutto: «Studio molto e, per quanto posso, mi preparo con largo anticipo: oltre alla parte vocale e musicale, amo fare richerche sul personaggio, sui riferimenti storici, letterari etc.». 



Maria Katzarava ama molto leggere e fare trekking ma anche viaggiare: «Mi piace molto conoscere i luoghi dove la mia carriera mi porta a cantare». Da due anni, però, ha deciso di stabilirsi a Barcellona, una città che ama particolarmente: « Barcellona è una città fantastica, moderna, mediterranea, con un clima gradevole e un aeroporto internazionale, cosa importante per un cantante, visto che si viaggia molto».

Prima di salutarla, le chiedo di parlarmi del suo rapporto con l’Italia, dove, nelle ultime stagioni, ha cantato molto spesso: «L’Italia è come una seconda casa per me: ho grande rispetto e ammirazione per questo Paese perché, iniziando qui la mia carriera internazionale, ho potuto imparare la vera "parola", la tradizione che, come amo dire, solo se sei in Italia puoi sentire. Inoltre, il pubblico italiano è sempre molto partecipe e appassionato».





Adriana Benignetti