venerdì 21 dicembre 2012

Il “Premio Roma per la Pace 2012” alla 15enne pakistana Malala Yousfazi

Il premio è stato consegnato dal sindaco Gianni Alemanno giovedì 20 dicembre durante il “Concerto di Natale”


È la 15enne Malala Yousfazi – pakistana divenuta celebre a 13 anni aver denunciato su un blog scritto per la BBC gli abusi che i talebani perpetuano sui diritti delle donne, in particolare impedendogli di studiare e di elevare la propria condizione materiale e intellettuale – la destinataria del “Premio Roma per la Pace e l’Azione Umanitaria 2012”. Il premio, giunto alla sua XIX edizione, è stato consegnato giovedì 20 dicembre dal sindaco Gianni Alemanno insieme a Bruno Cagli Presidente-Sovrintendente di Santa Cecilia e all’Amministratore Delegato di Enel Fulvio Conti, con la presentazione di Iole Cisnetto, durante il tradizionale “Concerto di Natale” all'Auditorium Parco della Musica di Roma, che ha visto Lorin Maazel alla guida di Orchestra e Coro di Santa Cecilia.


Malala Yousfazi è un bambina nata in Pakistan nel 1997, nella Valle dello Swat, dove alle donne è bandito il diritto allo studio. Malala è divenuta celebre alla tenera età di 13 anni per la sua attività di denuncia profusa da un blog scritto per la BBC, nei confronti degli abusi che i talebani perpetuano sui diritti delle donne, in particolare impedendogli di studiare e di elevare la propria condizione materiale e intellettuale. In poco tempo Malala è diventata punto di riferimento per migliaia di giovani di tutto il mondo che, idealmente, insieme a lei si sono  ribellati alla violenza e all’estremismo dilagante, ritenendo che occorre sempre battersi per la giustizia e per la dignità umana con mezzi pacifici. Il  9 ottobre di quest’anno, mentre Malala si recava a scuola su un autobus, i talebani le hanno sparato alla testa: un truce attentato contro un’adolescente colpevole solo di aver sostenuto con la forza delle parole e della dignità il diritto allo studio delle giovani pakistane. Ricoverata immediatamente nel nosocomio di Peshawar, è stata in seguito trasportata in un ospedale di Londra, dove si sta lentamente riprendendo. La storia di Malala è divenuta un simbolo della violenza contro le donne e della lotta per l’accesso all’istruzione. La sua lotta pacifica ha ottenuto un sostegno sempre crescente, a cui i talebani, non  potendo più operare con la forza e la violenza fisica, hanno risposto con l’emanazione di una fatwa. Nonostante la giovane età, Malala ci ha mostrato quanto possa essere tenace la volontà di esigere i propri diritti, non solo per un interesse personale, ma per il benessere collettivo. L’istruzione è un impareggiabile strumento di emancipazione e crescita per ogni essere umano, il cui accesso non può essere soggetto a distinzioni tra uomini e donne. Bambine e bambini di tutto il mondo devono poter frequentare la scuola per divenire donne e uomini più forti e più liberi grazie alla conoscenza e al sapere. Questi sono i valori per cui si è battuta Malala e per i quali è stata oggetto di questo vile attentato, ma anche di attenzione crescente e di numerosi riconoscimenti: l’ex premier britannico Gordon Brown ha promosso una campagna internazionale  affinché Malala venga insignita con il Premio Nobel per la Pace 2013. A un mese dall’attentato, il Presidente Pakistano ha indetto la “giornata per Malala”, per dare un seguito alla mobilitazione suscitata dalla storia di questa giovane ragazza. Anche Roma Capitale ha preso a cuore la causa di questa giovane adolescente e la sua storia. A novembre, in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, l’Assemblea Capitolina le ha conferito la cittadinanza onoraria. Per queste stesse ragioni, per la prova di coraggio e per la sensibilità umanitaria e sociale dimostrate, rese ancora più forti dalla giovane sua età, la Città di Roma Capitale la insignisce del diciannovesimo Premio Roma per la Pace e l’Azione Umanitaria, con l’intendimento e l’auspicio che il premio in denaro le consenta di realizzare il suo sogno, contribuendo a dare forza alla battaglia da lei intrapresa.