martedì 31 gennaio 2012

A colloquio con Edoardo Zosi, giovane violinista: talento straordinario e disciplina ferrea

«Quando ero piccolo e mi chiedevano “Cosa vuoi fare da grande?”, mi indispettivo e pensavo “Faccio già quello che farò da grande”»


24 anni non ancora compiuti, Edoardo Zosi ha sempre avuto le idee chiarissime sul suo futuro. Del resto, il primo dono ricevuto, a pochi giorni di vita, è stato proprio un violino, messogli nella culla dal nonno (Antonio Mormone, grande appassionato di musica e fondatore della “Società dei Concerti”).

«Ho iniziato a suonarlo a 3 anni, in modo naturale, come fosse un gioco: ben presto, però, si è trasformato in una “cosa seria”. A 4 anni, ho cominciato a studiare con Sergej Krilov che appartiene alla vecchia, solida, scuola russa: ordine e disciplina».

W. A. Mozart, Adagio dal Concerto n. 3 K. 216, I solisti Veneti diretti da Claudio Scimone, violinista Edoardo Zosi

Una disciplina che Edoardo ha mantenuto costante nel tempo e che nemmeno i primi, numerosi, successi e riconoscimenti, arrivati già in tenerissima età, hanno scalfito. Ancora adesso dedica allo studio del violino almeno 7-8 ore al giorno [concerti permettendo, n.d.r.] e quest’estate, per la prima volta è riuscito a staccarsi dal suo “compagno di vita” per una settimana: un record! «Mi annoio senza violino. Dopo il diploma avevo deciso di fare una vacanza: ero al mare, ma dopo 2 giorni ho ripreso a suonare. Per me è una gioia, e non una fatica, studiare».


Incontro Edoardo a Milano, durante una pausa pranzo: 3 anni fa avevo ascoltato il suo primo CD, inciso per Amadeus con Bruno Canino, e dedicato alla Sonata op. 18 di Strauss e alla Sonata op. 108 di Brahms, ed ero rimasta colpita dalla maturità musicale, insolita per un ragazzo così giovane. Eppure, conoscerlo di persona mi provoca un’ulteriore sorpresa: non solo Edoardo è molto più maturo dei suoi anni anagrafici, ma possiede anche una gentilezza e una galanteria rare perfino in uomini più maturi. È un piacere parlare con lui. Serio, rigoroso, ma al tempo stesso sereno e allegro, Edoardo ha una profondità di pensiero, probabilmente derivatagli dall’amore per la filosofia [che ha studiato per due anni all’Università e che continua a “coltivare” nel privato con numerose letture], che si riflette in ogni suo discorso: che si parli di concerti, di insegnamento o di scherma – grande passione nata da ragazzino – poco importa!

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Adriana Benignetti

N.B. Le foto di Edorado Zosi sono di Vico Chamla