lunedì 25 luglio 2011

Addio a Roland Petit

Il grande coreografo si è spento il 10 luglio all’età di 87 anni

Roland Petit (foto: infodanza.com)

Una vita interamente dedicata alla danza, quella di Roland Petit, stroncato lo scorso 10 luglio a Ginevra – dove viveva ormai da tempo – da una leucemia fulminante, all’età di 87 anni. Francese per nascita e formazione, Roland Petit (Villemomble, 13 gennaio 1924 – Ginevra, 10 luglio 2011) era per metà italiano: sua madre, infatti, era la ligure Rose Repetto, creatrice delle celebri scarpette ballerine. 



Cresciuto sulle orme di Diaghilev, Petit fu convinto sostenitore della necessaria cooperazione di talenti – coreografi, compositori, pittori, costumisti – per la riuscita di un balletto e, in fede a quest’idea, coinvolse nei suoi lavori artisti del calibro di Picasso, Jean Cocteau, Max Ernst, Jean Carzou, Jacques Prévert, Dior e Yves Sain-Laurent.


Allievo di danza a 9 anni dell’Opéra di Parigi, sotto la direzione di Gustave Ricaux, a 15 anni firmò il suo primo contratto presso il Teatro, “tempio della danza”, e l’anno successivo ne divenne primo ballerino.

Personalità poliedrica, e genio precoce, a 21 fondava, con l’aiuto economico del padre, la sua prima compagnia di ballo – i Ballets des Champs-Elisées (1945) –poi i Ballets de Paris (1948) e, nel 1972, il Ballet National de Marseille (poi Ballet National de Marseille-Roland Petit) che diresse per 26 anni e nel quale si avvalse della collaborazione di Rubén Celiberti (ballerino, coreografo, cantante e pianista argentino), di molti talenti italiani (tra i quali Luigi Bonino, Carlotta Zamparo, Francesca Natili), e di ospiti d’eccezione, come Massimo Murru e Alessandra Ferri. Giovanissimo, inventava anche le sue prime coreografie: Les Forains, Orphée, Rêve d'Amour e Le Jeune Homme et la Mort, su libretto di Jean Cocteau, considerato il suo capolavoro assoluto e del quale furono splendidi interpreti Rudolf Nureyev, Michail Baryshnikov e, più di recente, Roberto Bolle.
Tra i suoi numerosissimi lavori figurano: riletture di classici come Coppelia o Lo Schiaccianoci; riduzioni da opere come Carmen, creata su misura per Zizi Jeanmarie, musa ispiratrice e sua inseparabile moglie, ballerina e cantante, che lo portò sulla via del music-hall; creazioni originali come Papà Gambalung, con Fred Astaire, o il celebre Pink Floyd Ballet. Insieme alla moglie lavorò a Hollywood per molti film musicali, tra i quali ricordiamo Hans Christian Andersen (1952), Daddy Long Legs (1955) e Anything Goes (1956).

Lo scorso dicembre la sua ultima apparizione in Italia al Teatro dell’Opera di Roma con una Serata Roland Petit a lui dedicata. Al suo fianco, anche in quell’occasione, l’immancabile Zizi.

Adriana Benignetti