mercoledì 11 luglio 2012

Incontro ravvicinato con … Antonio Bonacchi

Incontro ravvicinato con Antonio Bonacchi, autore del libro “Che mestiere fai? IL VIOLINISTA. Sì, ma di lavoro …?” 




Di me posso dire questo: sono babbo a giorni alterni, scrittore della domenica, violinista per passione, liutaio e archettaio per diletto, tornitore autodidatta, informatico per necessità, imprenditore per divertimento, inventore per passatempo, cuoco per amicizia. Non sono uno scrittore e neppure un gran letterato, sono un lettore del mercoledì e un violinista quasi dismesso, ma ho suonato il violino per una ventina d’anni e durante la mia attività (avrei preferito definirla “carriera”, ma è un’altra cosa) ho ripetuto spesso ad amici e colleghi più o meno le stesso cose sul ponticello storto, la crinatura, le corde, le fregature che ho preso in prima persona e altri trucchi e “segreti” del mestiere. (Antonio Bonacchi dal libro Che mestiere fai? IL VIOLINISTA. Sì, ma di lavoro …?)

Sulla carta d’identità alla voce “Professione” c’è scritto
“Libero professionista”, il che vuol dire tutto e nulla! Per gli studi di settore fo Impresa, per lo Stato sono una Partita Iva "da mungere" al 70% dei ricavi (non ce la raccontiamo, ci dicono che le tasse sono al 46% ufficialmente, ma tra balzelli, tassazioni occulte e fronzoli vari alla fine su 100 Euro guadagnati ne posso contare per me solo 30).

E quando, invece, ti chiedono “Che lavoro fai?” rispondi:
“La domanda di riserva?” Se chiedono a mio figlio “Che lavoro fa il babbo?”, lui risponde “Fa il babbo! E poi vende roba di violini su internet perché gli telefonano e scrive libri”. Lo adoro! Io uso spesso una battuta: “Fo il Bonacco, che già è impegnativo”. Poi, parto da lontano: beh, in realtà dovevo fare il violinista, e l’ho fatto per una ventina d’anni. Oggi vendo su internet (i servizi di Promonet), gioco con i computer degli altri (consulenze informatiche), ho un sito di e-commerce (Musicherie) ma non vendo io. In pratica non so ancora cosa farò da grande. Il problema è che in un certo senso sono già grande; anzi, ormai sto invecchiando...

Perché hai sentito l’esigenza di scrivere il libro?
Da qualche parte ricordo di aver letto che un uomo, per essere tale, deve fare almeno tre cose nella vita: piantare un albero, educare un figlio e scrivere un libro. Mi mancava l'ultima (anche se con la seconda non si finisce mai!): quindi, dovrei essere un uomo, oramai! Ma la “vera verità” (come direbbe la mia Arpia preferita) è che ho voluto dare un senso a tutti quegli anni  di-a-da-in-con-su-per-tra-fra violini. Per quando “dovrò andare” (e la cosa mi terrorizza) non lascio strumenti, incisioni, allievi; qualcos'altro dovevo pur inventarmi, oltre al fermapuntale!

Quali doti deve avere, secondo te, un buon violinista di fila?
Te lo dico come una ricetta: mezzo chilo di buon orecchio, tre/quattro etti di tecnica, due fette abbondanti di pazienza, una presa di fantasia, un sospetto di iniziativa, due cucchiaiate di umiltà, note giuste in abbondanza, musicalità quanto basta (ma mi raccomando freschissima). Mescolare accuratamente aggiungendo un pizzico di entusiasmo. Cuocere lentamente in una buona orchestra per poter gustare poi un ottimo professionista!

E una buona Spalla?
La ricetta è praticamente la stessa, ma bisogna aggiungere più tecnica, più musicalità, una noce di iniziativa e un’idea di esibizionismo: soprattutto va ben glassato con uno strato abbondante di carisma. La parte difficile è la glassa: se il carisma non è raffinato con la cottura “irrancidisce” e diventa antipatia!

Oltre alle doti tecniche e musicali quali sono le competenze trasversali indispensabili a chi vuole fare della musica la propria professione?
Sapere tutto quel che c'è da sapere! O almeno il più possibile: si può cominciare col mio libro! È il Bignami del violinista, un vade-tecum con di tutto un po'. Per interpretare correttamente ciò che ho davanti devo prima sapere cosa c'è dietro. Un violino, un arco, una crinatura, per poterli giudicare e “riconoscere” devo prima “conoscere” come vengono realizzati. E così per la cultura generale: sarà più facile interpretare lo spirito di una composizione se riesco a contestualizzarla correttamente invece di mescolare Beethoven con i Trovatori o Wagner con il Rinascimento!

Quale/i composizione/i per violino consiglieresti di ascoltare a chi vuole conoscere il repertorio di questo strumento?
Andando cronologicamente – che è forse il modo migliore anche per i non addetti ai lavori – direi: i Concerti grossi di Händel, i Concerti a 3 e a 5 di Corelli, Vivaldi un po' tutto (vanno benissimo per partire le solite Quattro Stagioni), i Concerti delle tre B (Bach, Beethoven, Brahms), il Concerto in La di Schumann (poco frequentato ma bellissimo) Čajkovskij (assolutamente obbligatorio), Sibelius e poi il Novecento a piacere. I contemporanei li frequento poco io stesso: come potrei suggerirli?!

Qual è, invece, il tuo compositore (o la tua composizione) preferito (a)?
In assoluto l’op. 35 di Pëtr Il'ič Čajkovskij, in tutte le interpretazioni disponibili (escluso la mia!). Avevo un ricorrente incubo con il Concerto di Beethoven e il Maggio Musicale Fiorentino, ma te lo racconterò in altra occasione! In un angolino di cuore tutto suo c'è "Giòn Bràun", come me lo pronunciò un presentatore "rampante".

Se tuo figlio volesse fare il musicista gli diresti …
“Sei sicuro?!?” Poi, mi rimboccherei le maniche, cercherei il miglior insegnante possibile in zona, lo costringerei a studiare con costanza, lo porterei più spesso ai concerti dal vivo, gli farei fare prima possibile concorsi e audizioni. Insomma, lavoro duro, costante, organizzato e finalizzato, altrimenti ... “musicista” rimane una bella parola. Se poi diventasse un bravo professionista o un bravo insegnante andrebbe bene lo stesso.

Come vedi il futuro musicale (e culturale più in generale) in Italia?
Tenere un popolo nell’ignoranza è la forma più comoda (e più subdola) per poterlo “gestire” con facilità, ma è anche colpa di quel popolo se si lascia infinocchiare. Oggi una conoscenza “più o meno” è a portata di mouse e per quanto sia opportuno fare confronti e Google o Wikipedia non facciano “Università” bisogna proprio non volere! Per i musicisti, poi, YouTube è un archivio in continua espansione dove basta cercare per trovare artisti di oggi, di ieri e di ieri l’altro. Di fatto, la situazione musicale in Italia è un po' critica: la musica classica è spesso abbandonata alla buona volontà di chi spende le proprie energie e talvolta anche i propri denari per diffonderla, promuoverla, tenerla in vita. Mancano le “coltivazioni” di musicisti: il pubblico giovane, i nuovi strumentisti, andrebbero diffusamente “seminati” fin dalla Scuola Materna e “innaffiati” via via. Per me, però, il bicchiere è sempre mezzo pieno. Noi Italiani siamo un popolo strano ma indubbiamente capace: troveremo la strada prima o poi, molti bravi musicisti per ora l’hanno trovata, la strada verso altre Nazioni ... Per ora.
Non voglio fare demagogia (sono ignorante come una capra tibetana e me ne vergogno anche se è colpa della mia memoria), ma fin quando continueremo a mescolare cattiva politica e cattivi musicisti sarà difficile avere buona musica, è come voler bere il Brunello sui carciofi: un ci stà, non lega!!

Che genere musicale ascolti? Solo classica o anche altro?
Vado di rado ma con molto piacere ai concerti degli amici e qualche volta anche dove si paga il biglietto! In auto e a casa ascolto spesso Radio Subasio o i “tormentoni” che sceglie mio figlio; a cena però quasi sempre classica: lo “inzuppo” al possibile con la musica “buona”, così, anche se la vita me lo dovesse “strizzare”, son sicuro che qualcosa gli rimarrà!

Quali sono le tue passioni extra-musicali?
Passioni è una parola grossa: l’appassionato sa tutto dell’oggetto della sua passione; cerca, sviscera, fa follie. Io sono uno che spizzica, mordicchia, assaggia, son più da “mi garba” che da passioni. Mi garbano: la buona cucina, le automobili che non potrò mai comprarmi, i computer (con la mela) e la tecnologia meglio se futuristica!

Quanto ti manca non essere più violinista a tempo pieno?
Non abbastanza, ma un po' come i bigné per un diabetico goloso ...

Quali sono i tuoi prossimi progetti?
La pubblicazione di una novella che sto scrivendo a quattro mani con mio figlio (mi è piaciuto giocare a “siamo tutti scrittori”), un paio di accessori per il violino che prima o poi levo dal cassetto, rassettare il mio laboratorio e costruire un violino (gli amici liutai a cui chiedere non mancano). Ci sono anche integrazioni al libro “IL VIOLINISTA”, su cui sto lavorando per una prossima, mi auguro, edizione riveduta, corretta e ampliata.

Adriana Benignetti



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