martedì 20 marzo 2012

Giorgio Federico Ghedini, Concerto all’aperto

Giorgio Federico Ghedini
Concerto all’aperto
Sonata da concerto (1958) per flauto e orchestra
Concerto detto “L’Alderina” (1950), per flauto, violino e orchestra
Concerto detto “Il belprato” (1947), per violino e orchestra

Francesco Parrino, violino
Stefano Parrino, flauto

Orchestra da camera Stesichoros
Francesco Di Mauro, direttore
Stradivarius / STR 33840 / Distr. Milano Dischi / 2010 / DDD
Registrazione: 8-12 ottobre 2008 Centro Congressi Nicolosi
Prezzo: 14, 98 euro
Durata: 49’46’’

«La struttura della composizione nasce dallo spontaneo organizzarsi di valori puramente musicali, in una serie di edifici sonori a loro volta cementati l'un all'altro da una chiara logica tematica e costruttiva».
Giorgio Federico Ghedini


«[…] un giudizio oggettivo che badi alle ragioni intime del talento individuale più che agli effetti esteriori (ossia, in altri termini, più alla natura che alla storia, o, secondo un’antichissima dicotomia, più all’arte che non alla vita), dovrebbe collocare Ghedini al di sopra di alcuni fra i più celebrati compositori italiani del Novecento. Tale giudizio dovrebbe tenere in considerazione, oltre all’ipersensibilità poetica del musicista piemontese, una qualità tutt’altro che poco rilevante per un musicista: il conoscere la musica. È una qualità posseduta da Ghedini in sommo grado. […]».
Quirino Principe (dal booklet del CD)



Compositore estremamente prolifico, profondissimo conoscitore della musica di tutti i secoli ed esemplare didatta – tra i suoi allievi ricordiamo Marcello e Claudio Abbado, Luciano Berio e Niccolò Castiglioni – Giorgio Federico Ghedini (Cuneo, 11 luglio 1892 – Nervi, 25 marzo 1965) fu a lungo al centro del panorama musicale italiano ed europeo, costituendo, secondo il parere di moltissimi storici della musica, insieme a Luigi Dallapiccola e Goffredo Petrassi, una triade ideale rappresentante il vertice qualitativo della musica italiana del Novecento. La sua produzione, davvero sterminata, si manifesta in tutti i generi (oltre a composizioni per organici più consueti, Ghedini scrisse molta musica sacra, musica da film, musica per il teatro e rielaborò opere di epoca rinascimentale e barocca) ed è caratterizzata da uno stile unico, che sintetizza passato e presente con un uso sapientissimo della scrittura contrappuntistica e orchestrale e da una raffinata eleganza timbrica. Seguendo un destino comune ad altri compositori, Ghedini è stato, però, via via dimenticato e oggi la conoscenza delle sue opere è decisamente poco diffusa: sempre meno frequenti sono le esecuzioni delle sue musiche e l’interesse per la sua figura da parte della storiografia musicale e della musicologia è sempre meno vivo.

Un grande plauso va, dunque, a questa registrazione, dell’etichetta Stradivarius, interamente dedicata al compositore piemontese e splendidamente eseguita dagli interpreti: Francesco Parrino (violino), Stefano Parrino (flauto) e l’Orchestra da camera Stesichoros diretta da Francesco Di Mauro. Tre le composizioni contenute nel cd: la Sonata da concerto per flauto e orchestra del 1958 (dedicata a Severino Gazzelloni), il Concerto detto “L’Alderinaper flauto, violino e orchestra del 1950 (dedicato al direttore d’orchestra e musicologo Paul Sacher) e, infine, il Concerto detto “Il belprato” per violino e orchestra del 1947 (dedicato al violinista Michelangelo Abbado).

Tre piccoli gioielli, due dei quali scritti successivamente al 1948, anno di composizione del Concerto funebre per Duccio Galimberti considerato dalla quasi totalità degli studiosi uno spartiacque nella produzione di Ghedini tra un “prima” di altissimo valore e un “dopo” caratterizzato da “un certo edonismo sonoro, fatto di puro compiacimento timbrico e di un rassicurante ordine para-tonale” (Guido Salvetti) e da un “artigianato virtuosistico, estremamente raffinato ma rarefatto e ormai privo di inquietudini” (Carlo Benzi). In piena sintonia con le parole di Quirino Principe io credo che «un ascolto attento possa rivelare in maniera vittoriosa e decisiva la fortissima energia poetica che percorre le tre partiture, e smentire l’univoca e schematica concezione “dicotomica” che attribuisce alle composizioni ghediniane successive al 1948 una sorta di appagamento privo di inquietudini». 

Merito della riscoperta dell’energia poetica contenuta in questi lavori va tutto ai magnifici interpreti: ottima l’esecuzione dell’Orchestra Stesichoros e del suo direttore Francesco Di Mauro, che lasciano trasparire una conoscenza approfondita del repertorio, affrontato davvero con estrema cura, puntualità e passione.

Splendida l’esecuzione dei due fratelli Stefano e Francesco Parrino, chiamati (soprattutto il primo) ad affrontare pagine complesse anche dal punto di vista tecnico: bellissimo il suono di Stefano, che diventa ora malinconico ora vigoroso, in una carrellata infinita di sfumature; estremamente curato il fraseggio di Francesco che possiede, allo stesso tempo, una solida tecnica e una notevole sensibilità musicale. Da sottolineare, anche, nel Concerto detto “L’Alderina” la perfetta sintonia e il profondo affiatamento tra i due musicisti che rivelano una comune passione e partecipazione emotiva, sostenute da un’ineccepibile preparazione tecnica e conoscenza delle composizioni.

La grafica molto raffinata ed elegante del Cd – la cui copertina è stata realizzata da Lisa Ponti, figlia del celeberrimo Gio – e l’interessantissimo saggio Il fascino dell’artefice sapiente, la seduzione della severità di Quirino Principe (tradotto anche in inglese e francese) completano questa bellissima registrazione.
(Foto: Norman Douglas Pensa)

Stefano Parrino è nato a Bormio (So). Dopo il diploma al Conservatorio "G. Verdi" di Milano conseguito a pieni voti nel 1990, ha continuato la sua preparazione presso il Conservatorio Superiore di Ginevra (classe di Maxence Larrieu) ottenendo il Prix de Virtuositè. A l’Ecole National de Musique di Parigi ha studiato nella classe di Patrick Gallois conseguendo i diplomi di perfezionamento e 'virtuositè' e meritando le 'Premier Prix à l’unanimité' e le 'Premier Prix avec exellence'. A Londra ha frequentato la Royal Academy of Music (corso postgraduate) nelle classi di flauto di William Bennett, Sebastian Bell, Kate Hill e di ottavino di Keith Brag ottenendo il diploma di Advanced Studies. All’Accademia Internazionale L. Perosi di Biella si è perfezionato con Peter-Lukas Graf meritando l’eccellenza con menzione speciale. Presso il Conservatorio di Lugano ha conseguito il Diploma di Solista. Ha seguito master class tenute da Jacques Zoon, Patrick Gallois, Paul-Edmund Davies, Michael Cox, Andras Adorjan,Michel Debost,William Bennett, Maxence Larrieu, Susan Milan, Peter-Lukas Graf. È vincitore e finalista di numerosi concorsi nazionali ed internazionali, come: Concorso F. Schubert (sezione solisti e musica da camera), ENDAS, Cilea (nel 1994, premio non assegnato dal 1989), All Flutes Plus, Città di Stresa, Città di Colleferro, G. B. Pergolesi, etc. Giovanissimo, ha iniziato una brillante ed intensa attività concertistica come solista, solista con l’orchestra, in duo, trio e varie formazioni cameristiche che gli hanno permesso di esibirsi con musicisti quali Antony Pay, Vladimir Mendelsshon, Stephen Burns, Ubaldo Fioravanti, Stefano Canuti, Luca Lucchetta, Guido Corti, Luca Vignali, Susan Milan, Peter-Lukas Graf, Patrick Gallois, Alessandro Marangoni, Luigi Attademo, Iagoba Fanlo. Ha collaborato con gli Istituti di Cultura Italiana di Londra, Lisbona, Istanbul, Santiago del Cile, Bucarest, Lima, New York, San Pietroburgo e l’Istituto italo-peruviano di Arequipa. È stato primo flauto in numerose orchestre tra cui la Toscanini di Parma e del Teatro Regio di Torino ed è stato invitato a collaborare coi Solisti Veneti. Ha collaborando con direttori quali Peter Stark, Lynn Harrel, Stephen Barlow, Lutz Koeler, Juan Cantarell Rocha, Antonello Allemandi, Manlio Benzi, Paolo Olmi, Anton Guadagno, Gyorgy Rath, Denise Fedeli, Pierre Fournillier, Emmanuel Siffert, Claudio Scimone, tenendo concerti in Gran Bretagna, Spagna, Portogallo, Colombia, Perù, Cile, Francia e partecipando ad alcuni festival compreso il 'Ligeti' e il 'Britten'. Affianca all’attività concertistica quella di docente. Ha tenuto masterclass sulla respirazione circolare presso i Conservatori di Campobasso, Novara, Monopoli, Padova, Lugano, Venezia e per alcune prestigiose associazioni musicali italiane. Inoltre è stato invitato a tenere un corso per la National Youth Orchestra e per la Pontificia Università Cattolica (“La tecnica e l’interpretazione flautistica e la respirazione continua”) a Santiago del Cile e alla Escuela Superior de Musica Publica Duncker Lavalle di Arequipa. Stefano Parrino è stato inoltre professore ospite presso le università di Yale, Oberlin, Pomona, UCLA, Madison, Hartt, negli Stati Uniti al RWCMD, Royal Northern College, Royal Academy of Music, Royal College of Music, Trinity College of Music in Gran Bretagna, al Conservatorio di San Pietroburgo (Korsakov) in Russia, di Oulu e Kälvia in Finlandia ed al Conservatorio Superiore di Musica di Madrid in Spagna, alla Musikkhøgkolen di Oslo Norvegia. Insegna Musica da Camera presso il Conservatorio 'A.Corelli' di Messina. È il flautista del Trio Albatros Ensemble col quale ha inciso 'Il Triangolo' e 'Nino Rota Improvviso' CD editi da Stradivarius. Compositori quali Danuta Zankovska, Giovanni Bietti, Luciano Chailly, Bruno Bettinelli, Flavio Emilio Scogna, Fabrizio Festa, Giorgio Gaslini, Alessandro Timossi, Delilah Gutman, Adeline Wong, Simone Fontanelli e Luca Russo hanno dedicato dei lavori a Stefano Parrino ed agli Ensembles di cui fa parte. Il due Agosto 2006 ha suonato in diretta radiofonica su Radio RAI 3 con l’Orchestra "Toscanini" diretta da Stephen Alltop. Dal Giugno 2008 è docente di musica da camera e flauto al Campus Musicale di Kälviä. Dal 2009 è docente di flauto al corso internazionale Vitoria-Gasteiz in Spagna.

Francesco Parrino ha incominciato l’attività musicale molto giovane – quando il grande chitarrista Alirio Diaz lo ha riconosciuto “brillante promessa dell’arte violinistica italiana”, incoraggiandolo a perseguire la carriera musicale. Da allora ha ottenuto ampi consensi di pubblico e di critica per la sua musicalità, un blend d’espressività appassionata e assoluto rispetto per la partitura che ha spinto Mario Messinis, un decano dei critici musicali italiani, a parlare a proposito delle “fedeli esecuzioni dell’intenso violinista Francesco Parrino”, e Alberto Cantù, il più influente storico italiano del violino, non solo a sottolineare come sia “una meraviglia … il suono terso e dalle volatine ariose o di diamante del violino di Francesco” ma anche a definire il suo approccio interpretativo “esemplare per come le complessità sono poeticamente risolte con agio”. Francesco ha ottenuto il diploma di violino presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano, la laurea di Docerend Musicus della Hogeschool voor de Kunsten di Utrecht, il Master of Music della Royal Academy of Music di Londra, e il PhD (Doctor of Philosophy) presso il Royal Holloway College, University of London. I pedagoghi che hanno esercitato la più grande influenza sulla sua personalità musicale e tecnica sono stati David Takeno e Yfrah Neaman, che ha scritto: “Fui immediatamente colpito dalla sua intelligenza, maturità musicale, profonda comprensione della musica e dall’alta qualità interpretativa. Ha una completa conoscenza dei principi dell’esecuzione violinistica ed è capace di comunicare ai suoi ascoltatori il carattere e lo stile specifico della musica. Trovo Francesco uno dei più interessanti e stimolanti studenti che ho avuto, ed ho grande ammirazione per le sue qualità”. Sia come solista che come camerista ha suonato in importanti teatri e sale da concerto in Austria, Cile, Colombia, Inghilterra, Francia, Italia, Perù, Romania, Russia, Slovenia, Svizzera e Turchia. I suoi molti premi includono il Primo Premio al Concorso Internazionale “Città di Stresa” (1993) e al Concorso Internazionale “Città di Modica” (1993), la Medaglia d’oro al Concorso “Carlo Vidusso” (1988), nonché il Joseph Bloch Prize (Royal Academy of Music, 1998) e la Connell Grabowsky Scholarship (Royal Academy of Music, 1997).  Francesco è membro fondatore e violinista del Trio Albatros Ensemble – un gruppo cameristico che ha registrato per la Stradivarius, la più importante casa discografica classica italiana, è apparso in trasmissioni RAI, del Quinto Canale della televisione russa, della Radio della Svizzera Italiana, di Radio Vaticana e di molte altre corporazioni radiofoniche e televisive, e per cui molti lavori sono stati composti da importanti compositori come Alessandro Annunziata, Bruno Bettinelli, Luciano Chailly, Gloria Coates, Giorgio Gaslini, Luca Mosca, Flavio Emilio Scogna, Alessandro Solbiati e Giorgio Colombo Taccani. Come solista ha collaborato con le orchestre di Aarad, Catanzaro e Kosice, la Filarmonica di Torino, le orchestre da camera Gli Armonici e Stesichoros. Ha curato le prime esecuzioni di lavori violinistici di Marco Betta, Paolo Furlani e Ennio Morricone. Francesco si interessa anche di ricerca musicologica. Le sue principali aree di ricerca sono la musica italiana dell’Ottocento e Novecento, e le estetiche e ideologie dell’esecuzione musicale. Ha presentato relazioni (apprezzate da eminenti studiosi quali Amanda Glauert, Erik Levi, Roger Parker e Richard Taruskin) a seminari e conferenze internazionali organizzate dalle Università di Cambridge, Londra, Oxford e York nonché dalla American Musicological Society, e ha scritto articoli per periodici americani, austriaci e italiani. Il suo impegno per la riscoperta e rivalutazione di vari compositori del Novecento come Bruno Bettinelli, Giorgio Federico Ghedini, Gian Francesco Malipiero, Bohuslav Martinů e Nino Rota, gli è riconosciuto dalla critica che sottolinea come Francesco porti “un contributo di assoluto rilievo a un capitolo musicologico tanto urgente quanto indeciso come la valorizzazione del più recente passato” (Stefano Lamon). I suoi futuri impegni includono recital e concerti cameristici in Italia, Finlandia, Svizzera e Gran Bretagna oltre che una serie di registrazioni di lavori violinistici e cameristici dell’Ottocento e Novecento. Suona su due bei violini: un Gaetano Gadda (1950 circa) e un Giuseppe & Antonio Gagliano (1790-1805 circa) che gli è stato generosamente prestato dagli eredi del grande direttore d’orchestra Gino Marinuzzi. Possiede due preziosi archi: un Benoit Rolland del 2008 e un Eugène Sartory del 1930 donatogli da un anonimo ammiratore. Francesco è anche un impegnato docente di violino la cui attività riscuote significativi consensi.

Adriana Benignetti