mercoledì 13 gennaio 2016

“Un giorno di regno” (Il finto Stanislao): la trama

(Foto: giuseppeverdi.it)
Un giorno di regno (Il finto Stanislao)
Melodramma giocoso in due atti

Musica
Giuseppe Verdi (Le Roncole, 10 ottobre 1813 – Milano, 27 gennaio 1901)





Libretto
Felice Romani (Genova, 31 gennaio 1788 – Moneglia, 28 gennaio 1865), da Le faus Stanislas di A. V. Pineau-Duval

Prima rappresentazione
Milano, Teatro alla Scala, 5 settembre 1840

Personaggi
Il cavaliere Belfiore, sotto il nome di Stanislao re di Polonia (baritono)
Il barone di Kelbar (basso)
La marchesa del Poggio, giovane vedova, nipote del barone e amante del cavaliere (soprano)
Giulietta di Kelbar, figlia del barone e amante di Edoardo (mezzosoprano)
Edoardo di Sanval, giovane ufficiale (tenore)
Il signor La Rocca, tesoriere degli stati di Bretagna, zio di Edoardo (basso)
Il conte Ivrea, comandante di Brest (tenore)
Delmonte, scudiere del finto Stanislao (tenore)

Camerieri e cameriere, vassalli del barone

Trama

Atto I
Nel castello del barone di Kelbar si festeggiano due matrimoni: quello tra sua figlia Giulietta e il tesoriere La Rocca e quello fra la marchesa del Poggio e il conte Ivrea, comandante di Brest. Ospite di Kelbar è il re di Polonia, Stanislao ovvero il cavalier Belfiore, ex amante della marchesa, che si è prestato alla finzione per consentire al vero monarca di combattere i suoi nemici in incognito. Nel frattempo Edoardo di Sanval, nipote del tesoriere e amante di Giulietta, è disperato e chiede a Stanislao di poterlo accompagnare in Polonia. La marchesa del Poggio, giunta al castello, vuole aiutare i due giovani al pari del finto re, che offre al tesoriere un importante incarico se rinuncia alle nozze. La marchesa riconosce Belfiore ma, vedendosi ingannata da lui, decide di mettere alla prova il suo amore fingendo di volersi sposare con il Conte.

Quando il barone cerca La Rocca per siglare il contratto nuziale, questi rifiuta e tra i due scoppia un litigio furibondo. Accorre la marchesa con Edoardo e Giulietta, e compare anche il re, indignato per il troppo chiasso. Il barone è costernato per la figuraccia fatta coll’illustre ospite. Soltanto l’ingresso di quest’ultimo, lo fa recedere dal proposito di uccidere La Rocca.

Atto II
Edoardo confida ai servitori la sua tristezza. Il finto Stanislao, venuto a conoscenza del fatto che l’ostacolo maggiore al matrimonio fra Giulietta e Edoardo consiste nella povertà di quest’ultimo, decreta che il tesoriere La Rocca ceda a suo nipote un castello e una rendita. In separata sede, la marchesa del Poggio e il sedicente re si affrontano in una serie di schermaglie. Delusa dall'apparente indifferenza di lui, la marchesa giunge davvero a promettersi al Conte, con la sola riserva di potersi liberare dalla promessa se il cavalier Belfiore si fosse presentato entro un'ora. Quest’ultimo ha, però, già escogitato un’idea contro questa promessa: dichiara, infatti, di dover partire immediatamente e di dover portare con sé, per segretissime ragioni di stato, il conte Ivrea. Questo conduce Edoardo, ha giurato di seguire il re in Polonia, nella disperazione più totale.

In extremis una lettera del vero Stanislao libera Belfiore dal suo impegno: il re ha ottenuto l'appoggio della Dieta, e non avendo più bisogno dei suoi servigi, nomina Belfiore maresciallo. Prima di leggerla però egli ordina che sia celebrato immediatamente il matrimonio fra Giulietta ed Edoardo. Quindi si dichiara fedele alla Marchesa. Vengono sì, celebrati due matrimoni,  ma con mariti diversi. Tripudio generale.


Adriana Benignetti