mercoledì 28 maggio 2014

Addio a Francesco d’Avalos

Il compositore, direttore d’orchestra e critico musicale napoletano si è spento lo scorso lunedì a Napoli


Innanzi a me si aprono le profondità del tempo e dello spazio.
Gl’invalicabili confini e l’impenetrabile immensità
nascondono l’eterno al quale aspiro a congiungermi.
Il mio io vive nell’umano ed emerge dalla indistinta radice dell’esistere.
Il cosmo si rivela nel continuo rinnovarsi della Natura
e avvolge la coscienza generando l’attimo
da dove passato e futuro si separano
per unirsi oltre il tempo
nel mare perenne che  genera la vita.
Il sole nel cielo,gli astri nell'Universo
sono scintille della Luce che è prima dell'inizio.
L’intero Universo è l’immagine negativa di ciò che È.
Ho interrogato stelle e abissi,
ma ho trovato simboli.
Sono scivolato sull'eterno.
Una presenza inconoscibile,
immobile, agisce nel profondo. 
Francesco d’Avalos





«[…] Pertanto, anche quando nei miei anni giovanili componevo musica di avanguardia, proprio in sintonia con quella di quel tempo ( mi riferisco agli anni subito successivi alla Seconda Guerra Mondiale), io, nello spingermi verso le nuove frontiere della musica, avevo sempre vivo e presente in me tale momento alto della Storia che si era affermato nell’‘800. Questo lo intuivo come la presenza di un valore assoluto e necessario con cui confrontarmi di continuo. Si tratta di un fatto analogo a quanto avviene nel repertorio musicale. Questo difatti, nonostante gli sviluppi della musica di avanguardia o i ritorni indietro nella storia col ripristino di musiche antiche, resta soprattutto circoscritto nel riproporre, sia nella musica strumentale che nell’opera, composizioni comprese tra Bach e quelle dei primi anni del ‘900. In realtà ciò avviene perché in questo periodo è comparso con forza nella musica il valore etico del dover essere che si presenta alla coscienza come un punto perenne di riferimento morale nel quale, nonostante la crisi, la civiltà attuale cerca disperatamente di mantenere salde le sue radici». Francesco d’Avalos 

Sono numerosi i premi ricevuti in vita da Francesco d’Avalos (Napoli, 11 aprile 1930-26 maggio 2014) – il “Premio Selezione Marzotto 1958”, il “Grand Prix International du Disque Academie Charles Cros – Paris 1990”, “MRA Award” nel 1991, “Compact Discotèque idèale 1991”, premio “Fanzago” nel 2005, premio “Una vita per la musica” dall'Associazione Marche Musica nel 2008, nell”aprile 2010 il Premio Speciale alla Carriera del Centro Incontro delle Arti Della Monaco e il premio del Presidente della Repubblica “Oltre l'Orizzonte” nel settembre 2010 – durante la sua carriera musicale. Il riconoscimento più grande, però, è forse l’affetto e la stima dei suoi allievi e dei colleghi, sentimenti che non sono mai mancati e che semmai, nel tempo, sono divenuti più solidi. Amatissimo nella sua Napoli, d’Avalos si è spento lo scorso lunedì, lasciando un profondo dispiacere e un grande vuoto, anche e soprattutto culturale.  

Meno di un anno fa, nel novembre del 2013, aveva pubblicato, con Aracne editore, un’autobiografia dal titolo Autobiografia di un compositore (1930-1957). Il Religioso Assoluto e l’Io Trascendentale, accompagnata da un saggio introduttivo di Dinko Fabris. E nel 2005, con l’editore Bietti, aveva dato alla luce La crisi dell’Occidente e la presenza della Storia. Il significato del ventesimo secolo attraverso l’evoluzione della musica. Due testi che oggi assumono quasi il significato di un testamento e che rimangono fondamentali per approfondire o conoscere il suo pensiero e la sua vita. 

Il nome di Francesco d’Avalos è legato in particolare al dramma musicale in due parti per orchestra, coro e solisti Maria di Venosa del 1992: il suo catalogo, però, è ampio e vario e comprende musica sinfonica, musica da camera, musica per pianoforte (incisa dal pianista Francesco Libetta) e per due pianoforti e trascrizioni.  




Tra le sue composizioni ricordiamo:

Qumrãn, dramma musicale in tre parti per orchestra, solisti e coro con historicus 2001
Tre liriche su testi giapponesi, per soprano e orchestra
Il Fiume Wang per soprano, doppia orchestra d'archi e due flauti
Lines (Shelley) per soprano e orchestra
Qumrãn, tre studi per grande orchestra 
Seconda Sinfonia, per orchestra e soprano (Lenau e Shelley)
Die stille Stadt per soprano, archi e timpani (Dehmel)
Per la morte di due nobilissimi amanti, per cinque voci e tre strumenti (T. Tasso)
In Memoriam, per pianoforte e orchestra

Quintetto per archi
Quintetto per pianoforte e archi
Quintetto con soprano (trascrizione del secondo e terzo tempo della Seconda Sinfonia)
Quattro Variazioni su un tema di Reger per piccola orchestra.
Tre variazioni su un tema di Schumann per piccola orchestra.
Idillio per pianoforte e archi
Quartetto per archi in fa maggiore
Due pezzi caratteristici: Le marionette suonano e ballano – Veli bianchi e neri danzano nella notte, per pianoforte

Francesco d’Avalos è nato a Napoli, nel 1930.  È un compositore e direttore d’orchestra italiano, discendente di un’antica famiglia. Inizia lo studio della musica a 12 anni, studiando pianoforte inizialmente con Marta De Conciliis, poi con Vincenzo Vitale e composizione con Renato Parodi. Si diploma in composizione con il massimo dei voti al Conservatorio di Musica “S.Pietro a Majella” di Napoli e inoltre studia filosofia all’Università di Napoli. Successivamente frequenta i corsi di direzione d'orchestra all’Accademia Chigiana di Siena con Paul van Kempen, Sergiu Celibidache e Franco Ferrara. Nel 1972 viene chiamato da Nino Rota ad insegnare composizione al Conservatorio di Bari, dove rimane fino al 1978, trasferendosi poi al Conservatorio di Napoli, dove insegnerà composizione fino al 1998. Ha svolto la sua attività concertistica come direttore presso numerose orchestre italiane ed estere. Ha inciso vari dischi con l'Orchestra Philharmonia di Londra e altre orchestre, registrando opere di: Bach, Bruckner, Chausson, Franck, Liszt, Raff, Schubert, Smetana, Wagner e l'opera orchestrale completa di Brahms, Mendelssohn, Clementi e Martucci. (I suoi dischi sono stati pubblicati dalle seguenti case discografiche: ASV Records, IMP, Chandos, Brilliant, Amadeus, Nireo). Fra il 1951 e il 1954 ha collaborato con il giornale “Il Quotidiano” per la critica musicale. Le sue opere sono state eseguite da vari interpreti; tra le principali esecuzioni ricordiamo la “Prima Sinfonia” eseguita alla Norddeutscher Rundfunk (Hamburg) diretta da Heinz Freudenthal, “Hymne an die Nacht"”con l’orchestra Hessischer Rundfunk (Frankfurt) diretta da Hans Werner Henze, “Qumrãn”, studio per orchestra, diretto da Eliahu Inbal alla Scala di Milano, “Idillio” per pianoforte e orchestra d’archi, eseguito dal pianista Francesco Libetta, il quale ha anche inciso le composizioni per pianoforte.

N.B. La biografia di Francesco d’Avalos è tratta dal suo sito

Adriana Benignetti