lunedì 7 aprile 2014

Antonio Pappano alla guida della Filarmonica della Scala

Da mercoledì 9 a venerdì 11 aprile, al Teatro alla Scala di Milano, con musiche di Ravel, Panfili e Heinze

«Mentre mi arrovellavo sui primi abbozzi de L’Aurora, probabilmente, l’Italia festeggiava i 150 anni dell’Unità Nazionale, non senza l’immancabile polverìo di polemiche e schiamazzi. Nel frattempo avevo iniziato a lavorare come assistente di Hans Werner Henze: un’esperienza umana e artistica che ha inciso profondamente nel mio modo di vivere e pensare la composizione. 

Con il Maestro si parlava spesso di politica, di utopie: le “locomotive della storia” che non si arrendono all’ordine delle cose, non si rassegnano al possibile. Chiamano in causa l’impossibile, il “Principio Speranza” che riscatta i marginali, che dà voce a generazioni di uomini senza nome e diritti. Discutendo di Cuba – dove aveva soggiornato dal 1969 al 1970 e composto la Sesta Sinfonia – Henze mi parlò di “rivoluzione fallita”, espressione coniata da Gramsci per il Risorgimento italiano. Pensai agli schiamazzi, alle diatribe, alle divisioni che risuonavano intorno alle celebrazioni dell’Unità nazionale; all’ambiguità statutaria, genetica cui sottostanno tutte le utopie, grandi motori di speranza e avanzamento sociale, stelle polari del riscatto per oppressi e marginali ma, al contempo, slanci votati alla disfatta e all’equivoco. Un cuore di tenebra pulsa dentro il pensiero utopico: la disposizione a tramutarsi in culto cieco, in violenza. In Fede: quando l’ideale diventa Credo e si svende alla Volontà di Verità (che è sempre Unica ed è sempre appannaggio di qualche Eletto). Sono i sospetti che da ragazzo trovai in Aurora (Morgenröhte) di Nietzsche: un’alba che illumina la notte dei feticci illusori, delle morali, delle convinzioni e delle fedi. Demoliti gli Idoli, rimane il deserto: “il grande meriggio”, l’ora in cui “le ombre sono più corte”, “il caos che danza su piedi leggeri”. Una danza su cui grava il più terribile dei dubbi: e se fosse anch’essa frutto illusorio di una fede, abbaglio di una nuova utopia? L’Aurora è sempre probabile e impossibile al contempo; speranza e fallimento, liberazione e violenza. Nei sogni secolari di una vita migliore l’umanità immagina incessantemente l’alba di un tempo nuovo: ogni uomo, da sempre, si ritaglia un piccolo raggio di speranza.  È la luce fioca dell’Aurora. Probabilmente». Riccardo Panfili

Impegnato in questi giorni nel suo debutto operistico sul palco del Teatro della Scala con Les Troyens di Hector Berlioz, sir Antonio Pappano sarà anche il protagonista del 5° appuntamento della Stagione Sinfonica del Piermarini. Per l’occasione, alla guida della Filarmonica della Scala, Pappano presenterà, in prima assoluta, L’Aurora, probabilmente, composizione commissionata dal teatro milanese a Riccardo Panfili, classe 1979, considerato tra i più interessanti e apprezzati compositori della sua generazione. Ad aprire la serata (mercoledì 9 aprile alle ore 20.00 e, in replica giovedì 10 e venerdì 11 sempre alle ore 20.00) sarà la versione orchestrale di Ma mère l’Oye di Ravel, mentre in chiusura la Symphonie fantastique (épisode de la vie d’un artiste) op. 14 di Berlioz. Il concerto di mercoledì 9 aprile sarà trasmesso in diretta stereofonica da RAI RADIO Tre


Teatro alla Scala, Milano
Mercoledì 9 aprile 2014 ore 20.00 ~ turno A
Giovedì 10 aprile 2014 ore 20.00 ~ turno B
Venerdì 11 aprile 2014 ore 20.00  ~ turno C

FILARMONICA DELLA SCALA
Direttore ANTONIO PAPPANO

Maurice Ravel
Ma mère l’oye

Riccardo Panfili
L’Aurora, probabilmente
Prima assoluta ~ Commissione del Teatro alla Scala

Hector Berlioz
Symphonie fantastique (épisode de la vie d’un artiste) op. 14


Mercoledì 9 aprile il concerto sarà trasmesso in diretta stereofonica da RAI RADIO Tre


Prezzi da 73 a 5,50 euro
Per informazioni: 02 72 00 37 44, www.teatroallascala.org

Adriana Benignetti