venerdì 18 ottobre 2013

“Intorno a Brahms”: Fulvio Luciani e Massimiliano Motterle all’Auditorium di Milano

2° appuntamento della rassegna dedicata alla musica da camera in Largo Mahler, domenica 20 ottobre alle ore 11.00


«[...] Naturalmente, mi piace Brahms. Così, quando è venuto il momento, con Massimiliano  Motterle abbiamo deciso di correre l’avventura: non solo le tre canoniche – e bellissime – Sonate, ma anche tutto quel che ci sta intorno: Schumann, Mendelssohn, Joachim, e tutto quel che avremmo potuto trovare e legittimamente suonare col violino e il pianoforte. 



Così, abbiamo imparato che anche le due grandi Sonate della maturità, le Sonate op. 120 per clarinetto e pianoforte – e per Brahms la maturità fu un’epifania, un dono inatteso che venne quando già aveva deciso di non scrivere più, dopo il Quintetto op. 115 –, Brahms le aveva riscritte per violino, e non tutti lo sanno; che i Walzer op. 39 li aveva adattati al violino l’editor di Casa Simrock, ed è ovvio pensare che Brahms abbia visto e approvato il suo lavoro e che molti all’epoca i Walzer li suonassero nelle loro case; che anche Mario Castelnuovo-Tedesco aveva fatto, molti anni più tardi in America, qualcosa di simile con un’opera tarda per pianoforte, i Tre Intermezzi op. 117, per Brahms “la ninna nanna dei miei dolori”. Insieme ad altri furtarelli di grandi violinisti, Kreisler, Auer e Joachim, sia dalla musica più giocosa di Brahms che da quella così letteraria di Schumann, ne è nato un ciclo, che è insieme un viaggio in un’epoca - in fondo non così lontana: prima della morte di Brahms, Meucci aveva inventato il telefono, i Lumière il cinema, ed era stata fondata la Coca-Cola Company  e in un ambiente, e nella loro viva persistenza negli anni successivi. Se guardo indietro, forse è Schumann  il punto di partenza di questa avventura, e in un certo senso l’antitesi della musica brahmsiana  l’autore cui mi sono sempre rivolto, fin da studente. Schumann aveva in testa un violino diverso da quello che hanno in mente i violinisti: non il solito bellone un po’ pieno di se stesso ma una specie di macchina della verità, in grado di svelare i nostri pensieri più nascosti. Col violino non è questione di abilità ma di pensiero: non riuscirai mai a suonare “come vuoi” perché quel “che sei” e che pensi scapperà sempre, fuori dal tuo controllo. Se ti arrendi, può essere molto interessante. Se impari ad ascoltarti, può essere che tu impari a conoscerti. Sennò, ti aspetta una vita grama, ma potrai sempre sperare di ingannare i tuoi ascoltatori con qualche bravata. Allora, Schumann semplicemente non lo suonerai. Come sarà con Brahms, lo capiremo. Ne riparliamo». Fulvio Luciani

2° appuntamento, domenica 20 ottobre alle ore 11.00, presso l’Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, con “Intorno a Brahms”, rassegna dedicata alla musica da camera, ideata dal violinista Fulvio Luciani e dal pianista Massimiliano Motterle. Interamente dedicato a Brahms è il programma della prossima domenica, che presenterà 3 sonate per violino e pianoforte: quella in sol maggiore op. 78, quella in la maggiore op. 100 e quella in re minore op. 108.

Biglietti euro 14,00/7,00.
Per informazioni e prenotazioni: Auditorium di Milano, tel. 02.83389401/2/3, laverdi.org



Adriana Benignetti