giovedì 19 settembre 2013

“I Shardana (Gli uomini dei nuraghi)”: la trama

Dramma musicale in tre atti di Ennio Porrino su libretto proprio





La trama


Atto I
Il popolo del villaggio nuragico di Montalba si è radunato nei pressi del porto di Nora, in attesa della cerimonia con la quale Torbeno e Orzocco, figli del capo Gonnario, saranno consacrati guerrieri. Tra le grida di acclamazione della folla si leva il canto intonato da Perdu, il guerriero cantore, in onore del valoroso Gonnario. Solo Nibatta, moglie del capo, sembra estranea all’eccitazione generale, preoccupata che una nuova guerra possa allontanare da lei gli amati figli. Dopo la cerimonia di investitura, officiata dal sacerdote della fonte sacra, uomini e donne ballano in cerchio la danza nuragica. Una vedetta annuncia l’arrivo in porto della nave che riconduce in patria Norace di Nora ed i suoi uomini. Il condottiero della marineria sarda chiede la collaborazione di Gonnario e del suo popolo per affrontare sul mare i nemici che minacciano una nuova invasione. Gli uomini di Montalba accolgono prontamente l’invito, decisi a salpare all’alba dell’indomani. Cantando l’Inno dell’Isola, tutti si ritirano per la notte. Torbeno rimane solo a contemplare la marina, aspettando di incontrare Bèrbera Jonia, la misteriosa straniera di cui si è innamorato. Mentre i due giovani si scambiano appassionate effusioni, si ode ancora in lontananza la voce del guerriero cantore.


Atto II
È notte. Gli uomini di Gonnario, accampati ai piedi del loro villaggio, accompagnano in coro il malinconico canto di Perdu. Due guerrieri rievocano sommessamente gli avvenimenti più recenti: mentre le navi si apprestavano a partire da Nora, era giunta notizia che Montalba era già caduta in mano al nemico; Gonnario aveva radunato allora i suoi guerrieri per dare l’assedio al villaggio, lasciando Norace a custodire il porto. Torbeno, insonne, pensa con struggente nostalgia a Bèrbera, che non vede da tempo: i due giovani, infatti, non possono vivere il loro amore alla luce del sole, poiché la donna appartiene al popolo degli invasori. All’improvviso Bèrbera appare dal buio e, dopo essersi gettata tra le braccia di Torbeno, gli propone di fuggire con lei passando nelle file del nemico. Il giovane, a tutta prima, respinge sdegnato la proposta, ma infine cede alle insistenze dell’amata. Gli uomini di guardia avvistano da lontano due fuggitivi e danno l’allarme. Gonnario ordina ai suoi guerrieri di muovere immediatamente all’attacco. Mentre infuria la battaglia, il vecchio capo scorge suo figlio alla testa degli invasori. Cieco d’ira, si scaglia contro di lui brandendo la spada, ma Bèrbera riesce a fermarlo. Nel frattempo Norace, sbarcato con i suoi marinai alle spalle del nemico, appicca il fuoco a Montalba, assicurando così la vittoria ai Sardi. Torbeno e Bèrbera sono tra i prigionieri.





Atto III
Quadro I
Davanti al popolo riunito, Gonnario ringrazia Norace per il suo decisivo intervento; quindi, denunciato pubblicamente il tradimento, decreta la condanna a morte per Bèrbera, affidando le sorti di Torbeno al verdetto dei suoi concittadini. Le donne invocano pietà per il giovane, ma gli uomini chiedono a gran voce che sia giustiziato. La decisione finale è di Gonnario che, pronunciata la condanna capitale, ordina che il figlio sia condotto all’esecuzione. Bèrbera vorrebbe seguire l’amato per morire accanto a lui, Orzocco glielo impedisce uccidendola con il suo pugnale.

Quadro II
Gonnario, sopraffatto dal rimorso, invoca disperato la morte. Gli risponde la voce di Torbeno che lo conforta. Nibatta, con lo sguardo assente, continua a cantare una ninna-nanna, mentre la voce di Bèrbera implora perdono per la sua colpa dettata dal troppo amore.

Quadro III
Sulla tolda della nave Gonnario consegna il bastone del comando a Norace. Il popolo acclama unendo il suo canto a quello del guerriero Perdu.


(testo pubblicato per gentile concessione del Teatro Lirico di Cagliari)