giovedì 2 marzo 2017

"La donna del lago": il libretto

La donna del lago
Melodramma in due atti


Libretto
Andrea Leone Tottola (Napoli, seconda metà del XVIII secolo – Napoli, 1831) dal poema The Lady of the Lake (1810) di Walter Scott

Musica
Gioachino Rossini (Pesaro, 29 febbraio 1792 – Passy, Parigi,  13 novembre 1868)

Prima rappresentazione
Napoli, Teatro San Carlo, 24 ottobre 1819

Personaggi

Giacomo V, re di Scozia, sotto il nome di Uberto di Snowdon (tenore)
Douglas D’Angus (basso)
Rodrigo di Dhu (tenore)
Elena (soprano)
Malcom Groeme (alto)
Albina (soprano)
Serano (tenore)
Bertram (tenore)

Pastori e pastorelle scozzesi, bardi, grandi e dame scozzesi, guerrieri del clan alpino, cacciatori, guardie reali

Ambientazione: Scozia, prima metà del XVI secolo

Per la trama vai qui.

IL LIBRETTO

ATTO PRIMO
[1. Sinfonia, e Introduzione]
La scena presenta la famosa rocca di
Benledi, che, coverta alla vetta da folta
boscaglia, e quindi allargandosi al basso,
forma una spaziosa valle, nel centro della
quale è il Lago Kattrine, originato dalle
acque cadenti, cui sovrasta ardito ponte di
tronchi di alberi. – Sorge l’Aurora.

Scena I
Pastori e pastorelle, che rendonsi a
campestri lavori. Sullalto cacciatori, che
inoltransi nel bosco.
Pastorelle
Del dì la messaggiera –
Già il crin di rose infiora.
Pastori
Dal sen di lei, che adora,…
Pastorelle e Pastori
Già fugge rapido
L’astro maggior. –
Ed al suo lucido,
Brillante aspetto
Ripiglia ogni essere
Vita e vigor.
Cacciatori
(sulla montagna)
Figli di Morven!
Su, su! alle selve!
Le Caledonie
Temute belve
A noi preparano
Novello allôr.
(Perdonsi di vista.)
Pastori e Pastorelle
A nostri riedasi
Lavori usati.
Come verdeggiano
Ridenti i prati...
Al par che ombreggiano
Le quercie annose…
Come spontanee
Sorgon le rose...
Così ai sudori
Del buon pastore
Grate rispondano
Le piante, e i fior.
(Sincamminano per varie strade.)
Cacciatori
(di lontano)
Su, su! alle selve!
Le irsute belve
Ci offran di gloria
Novello allôr.
Scena II
Elena in un battello nel lago; indi Uberto
dalla rocca.
[Cavatina]
Elena
Oh mattutini albori!
Vi ha precedutiAmor.
Da’ brevi miei sopori
A ridestarmi ognor
Tu vieni, o dolce immagine
Del caro mio tesor! –
Fugge, ma riede il giorno;
Si cela il rio talor,
Ma rigorgoglia intorno
Di più abbondante umor;
Tu a me non torni, o amabile
Oggetto del mio ardor!
(Si ode il vicino suono di un corno, che viene
ripetuto di lontano.)
Qual suon!
[Recitativo]
Sull’alta rocca
Già le fiere a domar van di Fingallo
I ben degni nepoti. Oh! se fra quelli
Si aggirasse Malcom! vana speranza!
Rapido qual baleno
Ei sarebbe volato a questo seno.
(Giunta alla riva, scende dal battello, che
attacca ad un tronco.)
Uberto
(Eccola! alfin la rendi
All’avido mio sguardo, o Ciel pietoso!
Ah, non mentì la fama,
Anzi è minor di sua beltade il grido.)
Elena
Di questo lago al solitario lido
Chi ti guida? chi sei?
Uberto
Da’ miei compagni,
Una cerva inseguendo,
M’allontanai. Fra queste
Alpestri, incerte balze il piè inoltrai,
E, già la via smarrita,
A domandarti aita io mi volgea
A te, non donna, ma silvestre Dea.
(Fingasi.)
Elena
Amico asilo
Ti sia la mia capanna: all’altra sponda
Meco, se il vuoi, signor, recar ti dêi.
Uberto
Ah sì, del mio destin l’arbitra sei.
[Duettino]
Elena
Scendi nel piccol legno,
Al fianco mio t’assidi.
Uberto
Oh del tuo cor ben degno
Eccesso di bontà!
Elena
Sei nella Scozia, e ancora
Non sai che qui si onora
Pura ospitalità?
Uberto
Deh! mi perdona... deh! (oh Dio!
Confuso appien son io!)
Elena
Ah sgombra omai l’affanno,
Lieto respiri il cor.
Uberto
(Un innocente inganno
Deh tu proteggi,Amor!)
(guadando insieme il lago)
Scena III
Da varie balze giungono al piano i cacciatori
anelanti in traccia di Uberto.
[Coro]
Cacciatori
Uberto! Ah! dove t’ascondi? Uberto!
Donde tracciarlo? come trovarlo? –
La fosca selva... l’alpestre, il piano
Si è già percorso, ma tutto invano! –
Fiero periglio dal nostro ciglio
Lo invola al certo... –
Uberto! Uberto!
L’eco risponde! speme non v’ha! –
Veloci scorransi altri sentieri... –
Noi là... sul monte... –
Noi verso il fonte... –
Chi a ravvisarlo primier sarà,
Agli altri segno dar ne potrà. –
Tu, che ne leggi nel cor fedel,
Al nostro sguardo lo addita, oh Ciel!
Uberto! Uberto!...
(Si disperdono per diverse strade.)
Albergo di Duglas.Veggonsi sospese alle
pareti le sue armi, e quelle degli antenati.
[Recitativo]
SCENA IV
Albina, e Serano.
Albina
E in questo dì?
Serano
Tel dissi: atteso giunge
Il Principe Rodrigo.
Albina
(Elena! oh quanto
Ti fia grave un tal dì!)
Serano
Quei fidi amici,
Cui spento ancor nel petto
Non è l’avito ardor, raccoglie intorno
Il belligero Eroe. Sacro in quell’alma
Di Patria amor tutto l’investe, e ardito
L’impeto incauto ad arrestar lo spinge
Di Giacomo, che queste
Contra ogni legge invade
Pacifiche contrade.Ah! regga il Cielo
Così nobil desio, sì puro zelo!
Albina
E di Elena la destra?
Serano
In dolce pegno
Di tenace amistà Duglas destina
A sì prode guerrier.
Albina
(Tutte prevedo
Le pene di quel cor!)
Serano
Tu vieni intanto
A’ domestici uffici,
Che maggiori in tal giorno
Fa un ospite sì degno: il sai, diviso
Fia più lieve il lavoro.
Albina
(Quanto mi affanna, o amica, il tuo
[martoro!)
(Entrano.)
SCENA V
Elena, e Uberto.
Elena
Sei già nel tetto mio: dorata stanza,
Dove il fasto pompeggia,
Ove il lustro grandeggia,
Questa non è;ma, semplice, ed umìle,
Qui raccoglie secure
Dall’ìnvido livore
Pace, amistade, amor filiale, onore.
Uberto
(Felice albergo! oh quanta
Beltà, virtù racchiudi!)
Elena
Il lasso fianco
Posar ti piaccia.
Uberto
(sorpreso)
(Ah! qual ravviso intorno
Ornamento guerrier! no... non m’inganno...
Di Cavalier Scozzese,
Che gli avi miei seguì, questo è l’arnese!
Ove son io? e in qual periglio!)
Elena
E donde
Il tuo cupo silenzio? a che d’intorno
Volgi dubbio lo sguardo?
Uberto
Amabil diva!
Se a te nol vieta alta cagion, deh lascia,
Ch’io conosca a chi deggia
Tratto così gentil?
Elena
Vanto nel padre
Il famoso Duglas.
Uberto
(in uno slancio, che poi reprime)
Ah!
Elena
Lo conosci?
Uberto
Per fama... e chi nol sa?
Elena
Civil discordia
Lo rapì dalla corte!
Uberto
Oh quanto ancora
N’è Giacomo dolente!
Elena
E chi tel disse?
Uberto
Voce sparsa così... (mal cauto ardore!,
Non mi svelar: che mai di me sarebbe
Se giungesse Duglas?)
Elena
Ma pensieroso
Chi ti rende così?
Uberto
Di tue pupille
Il soave balen... di quegli accenti
Il dolce suon... ma... chi a noi vien?
Elena
Le care
Compagne mie son quelle,
Che all’apparir del giorno
Sollecite al mio sen fanno ritorno.
[2. Coro, e Duetto]
SCENA VI
Entrano le compagne di Elena, che
circondandola le dirigono il seguente Coro.
Infine Albina.
[Coro]
Donne
D’Inìbaca,
Donzella,
Che fé
D’immenso amore
Struggere un dì
Tremmor,
Terror del Norte,
Sei Elena
Più bella:
Per te
Di pari ardore
Avvampa così
Ognor Rodrigo, il forte.
Uberto
(Rodrigo! che mai sento!)
Elena
(Funesta rimembranza!)
Uberto
(Di gelosia tormento!
Io già ti provo in me!)
Elena
(Affetti miei! speranza
Più il Cielo a voi non diè!)
Donne
Indissolubili,
Dolci ritorte,
O coppia amabile!,
In te deh annodino
Beltà, e valore!
E da l’Aerea,
Celeste Corte
I Geni pronubi
Il lieto innalzino
Canto d’amor!
Uberto
Sei già sposa? ed è Rodrigo,
Che dal Ciel tal sorte attende?
[Duetto]
Elena
Le mie barbare vicende
Che ti giova penetrar?
Uberto
Forse... ah di’... non è l’oggetto
Che tu adori? un altro amante
Sospirar, languir ti fa?
Di’!
Elena
Ah! mi tolse un solo istante
Del mio cor la libertà!
Uberto
(Quali accenti! e deggio in seno,
Dolce speme, alimentarti?
Ah sì! annunzi un tuo baleno
Tanta mia felicità!)
Elena
(Quai tormenti! e come in seno
Posso, o speme, alimentarti?
Da me fugge qual baleno
Ogni mia felicità!)
Uberto
(Ma son sorpreso,
Se qui più resto!
Oh qual contrasto
Crudele è questo!)
(Le compagne di Elena versano della
cervogia in una tazza a guisa di piccola
conca, e la porgono ad Elena, dalla quale
vien presentata ad Uberto, che beve, mentre
esse cantano.)
Elena
L’ospital conca
Da me ricevi,
Gli oppressi spirti
Rinfranca, e bevi.
Donne
Ti siano fausti
I Geni lari,
E a te sorridano
Pace, e amistà.
Uberto
Il tuo bel core
Deh a me conceda,
Che a’ miei compagni
Ben tosto io rieda.
Elena
(vedendola giungere)
L’amicaAlbina,
Che all’uopo arriva,
All’altra riva
Ti guiderà.
Uberto
Bella! al tuo fianco,
Ah sempre sarei!
Elena
(con contegno imponente)
Hai tu obbliato,
Che ospite sei?
Uberto
Lascia, che imprima
Su quella mano...
Elena
Costume in Morve
Non v’ha sì strano.
Uberto
(Da lei dividermi
Come potrò?)
Elena
(Quai dolci immagini
In me destò!)
Uberto
(Cielo! in qual estasi
Rapir mi sento
D’inesprimibile,
Dolce contento!
Di quai delizie
M’inebbriaAmore!
Che cari palpiti
Provar mi fa!)
Elena
(Cielo! in qual estasi
Rapir mi sento,
Se il mio bell’idolo
Talor rammento!
Di quai delizie
M’inebbriaAmore!
Che cari palpiti
Provar mi fa!)
Uberto
Addio!
Elena
Propizio
Ti assista il Ciel!
Addio!
Uberto
(Deh plàcati,
Fato crudel!)
 (Elena entra nelle sue stanze. Uberto esce
scortato da Albina, e dalle donzelle.)
[3. Recitativo, e Cavatina]
SCENA VII
Dalla parte opposta, donde sono partiti
glindicati attori, si avanza concentrato, ed a
passo lento, il giovane Malcom. Giunto in
mezzo alla scena, si scuote dal suo letargo,
guarda mestamente intorno, indi dice:
[Recitativo]
Malcom
Mura felici, ove il mio ben si aggira!
Dopo più lune io vi riveggo: ah! voi
Più al guardo mio non siete,
Come lo foste un dì, ridenti e liete!
Qui nacque, fra voi crebbe
L’innocente mio ardor: quanto soave
Fra voi scorrea mia vita
Al fianco di colei,
Che rispondea pietosa a’ voti miei!
Nemico nembo or vi rattrista, e agghiaccia
Il mio povero cor! Mano crudele
A voi toglie… a me invola... oh rio
[martoro!,
La vostra abitatrice, il mio tesoro.
[Cavatina]
Elena! oh tu, che chiamo!
Deh vola a me un istante!
Tornami a dir’ “io t’amo!”
Serbami la tua fé! –
E allor, di te sicuro,
Anima mia!, lo giuro,
Ti toglierò al più forte,
O morirò per te. –
Grata a me fia la morte,
S’Elena mia non è. –
Oh quante lagrime
Finor versai
Lungi languendo
Da’ tuoi bei rai!
Ogni altro oggetto
È a me funesto,
Tutto è imperfetto,
Tutto detesto;
Di luce il Cielo,
No, più non brilla,
Più non sfavilla
Astro per me. –
Cara! tu sola
Mi dài la calma,
Tu rendi all’alma
Grata mercé!
[Recitativo]
SCENA VIII
Serano, e detto, poi Duglas, ed Elena.
Serano
Signor, giungi opportuno: al vallo intorno
Già di guerrieri eletta schiera è giunta,
E di poco precede
Il principe Rodrigo. Oh come esulta
Duglas di gioia! un avvenir felice
Alla Scozia, alla figlia, a lui predice.
Malcom
(Qual fiero stato è il mio!
Straziata ho l’alma, e simular degg’io?)
Serano
Tu non rispondi? il ciglio
Grave hai di pianto?
Malcom
Amico,
Lasciami al mio destin!
Serano
(Ah! lo compiango!
Penetro la cagion del suo dolore!)
(Parte.)
Malcom
Eccola! e con Duglas! forza, o mio core!
(Resta inosservato.)
Duglas
Figlia, è così: sereno è il Cielo, arride
Alle speranze mie,
Di ogni alma a’ voti; e già di lieti evviva
In queste un tempo erme contrade or senti
Mille voci echeggiar. La Scozia oppressa
Le ombre irate degli avi al solo Eroe,
Cui l’onor di esser sposa è a te serbato,
Volgon fremente il ciglio, e il patrio onore
Affidano al suo brando.A te sol resta
Coronar tanta impresa, e la tua mano
Nel bel sentier di gloria
L’alto campione affretti alla vittoria.
Malcom
(smaniando fra sé)
(E resisto! e non moro!)
Elena
Oh padre! e quando
Ferve bollor di guerra, allor che all’armi
Corre ogni età, mentre lo scudo imbraccia
La debil fanciullezza,
La tremula canizie, e tutto al guardo
Stragi presenta, e bellici furori,
Parli di nozze, e vai destando amori?
Malcom
(Ah! mi è fedel!)
Duglas
Sul labbro tuo stranieri
Son questi accenti, e fia l’estrema volta,
Ch’io da te l’oda.Ad obbedirmi apprenda
Chi audace mi disprezza:
Onte a soffrir non è quest’alma avvezza.
[4.Aria]
Taci, lo voglio, e basti:
Meglio il dover consiglia:
Mostrami in te la figlia
Degna del genitor.
Di un passaggiero orgoglio
Perdono in te l’eccesso:
Ti dica questo amplesso,
Che mi sei cara ancor.
(Si sentono da lungi squillar le trombe.)
Ma già le trombe squillano!
Giunge Rodrigo! oh sorte!
Io ti precedo: sieguimi…
Ed offri al prode, al forte
In puro omaggio il cor. –
Di quelle trombe al suono
Ah! ridestar mi sento
Nel cor, di forze spento,
L’usato mio valor!
(Parte.)
[Recitativo]
Elena
E nel fatal conflitto
Di amore, e di dover, fra tante pene,
Elena!, che farai?
Malcom
Mio caro bene!
Elena
Malcom! Numi! tu qui?
Malcom
Mi chiama in campo
Quella ragione istessa,
Che arma i prodi di Scozia.
Elena
Ah! in quale istante
Giungesti!
Malcom
E che? dell’amor tuo poss’io,
Elena, dubitar?
Elena
Crudele! e puoi
Oltraggiarmi così?
Malcom
Se fida è dunque
A me quell’alma, io sfiderò le stelle…
Sì, de’ nostri tiranni
Resisterò al poter.
Elena
Saprò morire
Esempio di costanza.
Malcom
A me la mano
Di giuramento in pegno.
Elena
Eccola…
Elena e Malcom
O sposi, o al tenebroso regno.
[5. Duettino]
Vivere io non potrò,
Mio ben, senza di te;
Fra l’ombre scenderò
Pria che mancar di fé.
(Partono.)
Vasta pianura, circondata da alti monti: si
vede da lungi altra parte del lago.
[6. Coro, e Cavatina]
SCENA IX
Rodrigo si avanza in mezzo deguerrieri del
Clan, che lietamente laccolgono, indi Duglas.
[Coro]
Guerrieri del Clan
Qual rapido torrente,
Che vince ogni confin,
Se torbido, e fremente
Piomba dal giogo alpin,
Così, se arditi in campo
Ne adduce il tuo valor,
Non troverà più scampo
L’ingiusto, l’oppressor.
(Sorte Rodrigo.)
Vieni, combatti, e vinci,
Corri a novelli allori:
Premio di dolci ardori
Già ti preparaAmor.
[Cavatina]
Rodrigo
Eccomi a voi,miei prodi,
Onor del patrio suolo;
Se meco siete, io volo
Già l’oste a debellar. –
Allor che i petti invade
Sacro di patria amore,
Sa ognor di mille spade
Un braccio trionfar.
Guerrieri
Sì, patrio onor c’invada,
Guidaci a trionfar!
Rodrigo
Ma dov’è colei, che accende
Dolce fiamma nel mio seno?
De’ suoi lumi un sol baleno
Fa quest’anima bear! –
FaustoAmor se a me sorride,
Io non so che più bramar!
Ed allor, qual nuovo Alcide,
Saprò in campo fulminar.
Guerrieri
A’ tuoi voti Amor sorride,
Vieni in campo a fulminar.
[Recitativo]
Duglas
Alfin mi è dato, o Prence,
Stringerti al sen: ah! di sì grato istante
Bramosa l’alma mia, più dell’usato
Le ali al Tempo agitò.
Rodrigo
Di egual desio
Fu anelante il mio cor.
Duglas
Venga, e ne offenda
Or Giacomo, se il può. Rodrigo è in campo?
Seco è vittoria. Eventi i più felici
Brillano già da così lieti auspici.
Rodrigo
Se il saggio tuo consiglio
Il mio braccio avvalora,
Non dubitar, salva è la patria allora.
Duglas
Il presagio felice
Avveri il Ciel!
Rodrigo
Ma teco
A che non è la figlia?
Duglas
Io la precedo
Di pochi passi.
Rodrigo
Ignora forse il mio
Impaziente ardor?
Duglas
Eccola!
Rodrigo
Amici!
Voi l’amata mia Diva
Accogliete con plausi, e lieti evviva.
[7. Coro, e Finale I]
SCENA ULTIMA
Elena, Albina, donzelle, indi gli altri attori,
che verranno indicati.
[Coro]
Guerrieri del Clan
Vieni, o stella,
Che lucida, e bella
Vai brillando
Sul nostro orizzonte!
Tu serena
Deh mostra la fronte
A chi altero
È di tanta beltà. –
E come brina,
Che mattutina,
La terra adusta
Bagnando va,
Così l’aspetto
De’ tuoi bei lumi
Di gioia il petto
Gl’inonda già.
[Finale I]
Rodrigo
Quanto a quest’alma amante
Fia dolce un tale istante,
Non può il mio labbro esprimere,
Né trova accenti Amor.
Ma che? tu taci, e pavida
Il ciglio abbassi ancor?
Duglas
Loquace è il suo silenzio;
Il sai: Loclìnia vergine
Gli affetti suoi più teneri
Consacra al suo pudor.
Elena
(Come celar le smanie,
Che straziano il mio cor?
Non posso, oh Dio! resistere
A così rio dolor!)
Duglas
(Se al tuo dover dimèntica
Ti rende altro amator,
Figlia sleal!, paventami,
Trema del mio furor.)
Rodrigo
(A che i repressi gemiti?
A che quel suo pallor?
Ondeggio incerto, e palpito
Fra speme, e fra timor!)
Elena, Rodrigo e Duglas
(Di opposti affetti un vortice
Già l’alma mia circonda...
Caligine profonda
Già opprime i sensi miei
Del più fatale orror! –
Per sempre ti perdei,
O calma del mio cor!)
(Malcom alla testa desuoi seguaci si
presenta a Rodrigo.)
Malcom
La mia spada, e la più fida
Schiera eletta a te presento:
Al cimento, a fier periglio,
Alla morte ancor mi guida:
Mostrerò, che un degno figlio
Può vantar la Patria in me.
(Ah! di freno, e di consiglio
Più capace il cor non è!)
Elena
(Ah! lo veggo, e di consiglio
Più capace il cor non è!)
Duglas
(Figlia iniqua, il tuo scompiglio
Veggo or ben chi desta in te!)
Rodrigo
Questo amplesso a te fia pegno
Di amichevoli ritorte:
La mia gioia or colma è al segno
Fra l’amico, e la consorte!
Oh quai vincoli soavi
Di amistade, e pura fé!
Malcom
La consorte!... e chi?
Rodrigo
Nol sai?
Duglas
Qual sorpresa?
Rodrigo
A’ dolci rai
Ardo ognor d’Elena bella...
Malcom
(in uno slancio inconsiderato)
Ah! non fia…
Duglas
Che?
Malcom
No…
Rodrigo
Qual favella?
Elena
“Ah! non fia che a te contrasti
Sorte avversa il bel contento...”
Volea dir...
Malcom
Ma...
Elena
Tal momento
Fa quell’anima gioir...
(rapidamente, e di nascosto a Malcom, per
frenarlo)
(Taci... oh Dio! per te pavento!
Ah! pietà del mio martir!)
Rodrigo
(Crudele sospetto,
Che mi agiti il petto,
Ah taci! comprendo...
Già d’ira mi accendo! –
Le furie diAverno
In seno mi stanno!
Sì barbaro affanno,
No, pari non ha!)
Elena e Malcom
(Ah célati, o affetto,
Nel misero petto!
Ei tutto comprende!
Minaccia! si accende!
E intanto quest’alma
Oppressa, smarrita,
Non trova più aita,
Più pace non ha!)
Duglas
(Ah! l’ira, il dispetto,
Mi straziano il petto!
Ei tutto comprende!
Minaccia! si accende!
Sì... sono implacabil...
Vendetta m’affretta...
Un padre più misero
La terra non ha!)
Albina
(Crudele sospetto
Gli serpe nel petto!
Quai triste vicende!
Si adira! si accende!)
Albina e Guerrieri
(Il Ciel par che ingombri
Un nembo assai fiero...
Sì cupo mistero
Qual termine avrà?)
(Giunge Serano frettoloso. I Bardi lo
seguono.)
Serano
Sul colle a Morve opposto
Ostil drappello avanza...
Guerrieri
Nemici!
Duglas
Oh qual baldanza!
Guerrieri
Nemici!
Rodrigo
Andiam... disperdansi...
Distruggansi gli audaci...
Malcom, Rodrigo e Duglas
(Privato affanno ah taci!
Trionfa, o patrio amor!)
Elena
(Oh quai sanguigne faci
Veggo al mio sguardo ognor!)
Rodrigo
(aBardi)
A voi, sacri cantori!
Le voci ormai sciogliete:
In sen bellici ardori
Destate su… movete;
Ed al tremendo segno,
Che a battagliar ne invita,
Mi giuri ogni alma ardita
Di vincere o morir.
Malcom, Duglas e Guerrieri
Giura quest’alma ardita
Di vincer o morir.
(Un Capitano reca e solleva in alto un
grande scudo, che fu del famoso Tremmor
secondo la tradizione degli antichi Brettoni.
Rodrigo con la sua lancia vi batte sopra tre
volte. Rispondono egualmente tutti i
guerrieri, battendo le aste su loro scudi.)
Un bardo
Già un raggio, forier
D’immenso splendor,
Addita il sentier
Di gloria, e d’onor.
Bardi
Oh figli d’Eroi!
Rodrigo è con voi.
Correte, struggete
Quel pugno di schiavi...
Già l’ombre degli avi
Vi pugnano allato...
Voi, fieri all’esempio
Di tanto valor,
Su, su! fate scempio
Del vostro oppressor!
Albina
E vinto il nemico,
Domato l’audace,
La gioia, la pace
In voi tornerà.
Donne
E allora felici
Col core sereno
Le spose, gli amici
Stringendovi al seno,
L’ulivo all’alloro
Succeder saprà.
Bardi
Oh figli d’Eroi!
Rodrigo è con voi...
Correte, struggete
Il vostro oppressor.
Rodrigo
Allarmi, o compagni!
La Gloria ne attende...
(Qui una brillante meteora sfolgoreggia nel
Cielo; fenomeno in quella regione non
insolito. Sorpresa in tutti.)
Tutti
Di luce si accende
Insolita il ciel!
Rodrigo e Duglas
D’illustre vittoria
Annunzio fedel!
[Stretta]
Malcom, Rodrigo, Duglas e Guerrieri
Su... amici! guerrieri!
Marciamo! struggiamo
Il nostro oppressor!
Albina, Elena e Donne
Su i nostri guerrieri,
Compagne!, imploriamo
Del Cielo il favor!
(Le donzelle con Albina si ritirano seguendo
Elena, mentre Rodrigo marciando alla testa
di poderosa schiera, Malcom guidando i suoi
seguaci, ed altri Duci facendo lo stesso pel
piano, e per le colline, sgombrano
interamente la scena, e si cala il sipario.)

ATTO SECONDO
Folta boscaglia: grotta da un lato.
[8. Cavatina]
SCENA I
Uberto da pastore, indi Elena, e Serano dalla
grotta.
Uberto
Oh fiamma soave,
Che il seno m’accendi!
Pietosa ti rendi
A un fido amator.
Per te forsennato
Affronto il periglio:
Non curo il mio stato,
Non ho più consiglio:
Vederti un momento,
Bearmi in quel ciglio
È il dolce contento,
Che anela il mio cor!
[Recitativo]
Sì, per te,mio tesoro, in rozze spoglie,
Che al guardo altrui celar mi sanno, e in
[questa
Inospita foresta
Mi guida un cieco amor. Da che ti vidi,
Perdei la pace, e pórti in salvo io bramo
Dagli eventi di guerra, or che di sangue...
Di patrio sangue... ahi lasso!,
Rosseggerà la Scozia.Ah! fu mendace
Forse colui, che, da me cómpro, il tuo
Solingo asilo a me svelò? qual fato
Crudele a me t’asconde?
Solo a’ gemiti miei l’Eco risponde.
(inoltrandosi nel folto della selva)
Elena
(a Serano)
Va’, non temer… è meco Albina…Ah vola
Del padre in traccia. Egli tornar promise
Pria della pugna, e il termin già scorre,
Che al ritorno prefisse.Oh quanti in seno
Nuovi palpiti desta
Tanta tardanza, al mio timor funesta!
Serano
Calma l’affanno: ad appagarti or vado.
Abbi cura di te.
(Parte.)
Elena
Da quante spade
È trafitto il mio cor!
Uberto
(ravvisandola)
Nume possente!
Tu arridi a’ voti miei!
Elena
Un uom! si fugga...
Uberto
Ah ferma!
Elena
E tu chi sei?
Uberto
Non mi ravvisi?
Elena
E chi?
Uberto
Cure ospitali
Mi prodigò la tua bell’alma.
Elena
Ah! è vero!
Or ti conosco. Ebben? da me che chiedi?
Chi spinge i passi tuoi? qual nutri ardire?
Uberto
Dirti, ch’io t’amo, e di tua man morire.
[9.Terzetto]
Elena
Alla ragion deh rieda
L’alma agitata, oppressa,
Ed all’amor succeda
La tenera amistà.
Uberto
Arcani sì funesti
Perché tacermi, ingrata!,
Allor che mi rendesti
Preda di tua beltà?
Elena
Te amante io non sapea...
Uberto
Non tel diss’io?
Elena
Credea,
Che gentilezza...
Uberto
Amore...
Sì... in me possente Amore
Fiamma destò vorace...
E la sua cruda face
Struggermi appien saprà!
Elena
(Nume! se a’ miei sospiri
Pace donar non sai,
Almen de’ suoi martiri
Deh! calma la crudeltà!)
Uberto
(Io del suo cor tiranno?
Farla infelice io stesso?
Ah no... di amore a danno
Virtù trionferà.)
Vincesti... addio!... rispetto
Gli affetti tuoi...
Elena
Ten vai?
Uberto
E a che mirar quei rai
Severi ognor per me?
Elena
Se de’ tuoi giusti lai
La rea cagione son io,
Squarciami un cor, che mai
Darti saprà mercé!
Uberto
No, cara: anzi desio
Pegno di mia costanza
Lasciarti in rimembranza,
Che sacro io sono a te.
Elena
E qual?
Uberto
Da rio periglio
Salvai di Scozia il Re.
Il suo gemmato anello
Egli mi diè: tel dono.
(Le mette al dito il suo anello.)
Se mai destin rubello
Te, il genitor, l’amante
Sa minacciar, dinante
Ti rendi al Re: la gemma
Appena mostrerai,
Grazia per tutti avrai;
E ad appagarti intento
Sempre il suo cor sarà.
Elena
E il mio rigor contento
Renderti... oh Dio! non sa?
Uberto
Ah! basta al mio tormento
Destar la tua pietà.
(Sorte Rodrigo.)
SCENA II
Rodrigo in osservazione, e detti.
Elena ed Uberto
(Qual pena in me già desta
La mia fatalità!)
Rodrigo
(Misere mie pupille!
Che più a mirar vi resta?
Oh gelosia funesta!
Oh ria fatalità!)
(scovrendosi, e dirigendosi ad Uberto)
Parla... chi sei?
Elena
(Rodrigo!)
Rodrigo
Chi sei?
Uberto
(Egli! oh furor!)
Elena
(Destin
Crudel!)
Rodrigo
Non sembri Alpin!
Sei tu del Clan?
Uberto
Ne aborro
L’infausto nome.
Rodrigo
Amico
Forse del Re?...
Uberto
Lo sono...
Rodrigo
Che ascolto?
Elena
Ah incauto!
Uberto
E tale,
Che te non teme, e quanti
Perversi ha il Re nemici.
Rodrigo
Perversi?
Elena
Oh Ciel! che dici!
Deh! Frénati!... ah qual martir!
Uberto
Pria mi vedrai morir...
Non so che sia viltà.
Elena
(Mi sento... oh Dio! morire!
Mancando il cor mi va!)
Rodrigo
(Qual temerario ardir!
Frenarsi e chi potrà?)
Né ancor ti arrendi, audace?
Uberto
Ov’è il tuo stuol seguace,
Che i suoi doveri obblia?
Alla presenza mia
Impallidir saprà.
Rodrigo
Da’ vostri aguati uscite,
Figli di guerra!
(Al suo grido vedesi tutta la scena ingombra
in un istante di guerrieri del Clan, che erano
nascosti nefolti cespugli del bosco.)
Guerrieri
A’ tuoi
Cenni siam pronti.
Rodrigo
Ostenta
Coraggio, or più, se il puoi...
Elena
Che miro! oh Dio!
Rodrigo
Paventa
Di quegli acciari al lampo...
Per te non v’è più scampo...
(aguerrieri, che nello slanciarsi si fermano
alle grida di Elena)
Punite un traditor.
Elena
Fermate!
Uberto
E tu guerriero?
Elena
Deh! cedete a’ pianti miei...
Uberto
No... di vil gregge sei
Malvagio conduttor!
Rodrigo
Cessate! io basto solo…
Domar vo’ tant’orgoglio...
Uberto
Un ferro... un’arme io voglio...
(Rodrigo gli dà la spada di un guerriero.)
Elena
Pace in voi discenda…
Uberto e Rodrigo
All’armi!
No... più non so frenarmi!
Mi guida il mio furor!
Elena
Io son la misera,
Che morte attendo!...
Su me scagliatevi...
Non mi difendo...
Se i giorni miei
Troncar vi piace,
Di orror la face
Si spegnerà.
Uberto e Rodrigo
Vendetta! accendimi
Di rabbia il seno!
Nel petto ah versami
Il tuo veleno!
(al rivale)
Vieni al cimento...
Io non ti temo...
L’istante estremo
Ti giungerà.
Guerrieri
Ah! tanto ardire
Ne’ nostri petti
Lo sdegno e l’ire
Destando va!
(Rodrigo ed Uberto partono per un lato.
Elena li segue coGuerrieri.)
Grotta.
[Recitativo]
SCENA III
Albina, indi Malcom, poi Serano, infine
Coro di Alpini.
Albina
Quante sciagure in un sol giorno aduna
L’avverso Ciel per tormentare un core!
Elena sventurata!
Per quanti cari oggetti
Palpitar ti vegg’io? Né splende in Cielo
Raggio di luce a dissipar quel velo,
Che covre il tuo destin...
Malcom
(frettoloso)
Elena... ah dimmi…
Dov’è?
Albina
Di questo speco
All’ingresso non era?
Malcom
Ah! no...
Albina
Del padre
Serve al cenno così? Qui preservarla
Credea dall’ira ostil.
Malcom
Ah! ferve intanto
Terribil pugna... han le Reali Schiere
Penetrato nel Clan… Rodrigo istesso
Con ignoto campione
È a singolar certame… Un cor pietoso
Mi fé sperar, che qui trovata avrei
Elena mia… Salvarla… o in sua difesa
Perir volea…
Albina
Mosse le piante al fianco
Del fedele Seran… e poi...
(a Serano che giunge)
Ma! vieni!
Dimmi… e teco non riede
La figlia di Duglas?
Serano
Del padre in traccia
Un suo cenno mi trasse… il vidi... oh Dio!,
Smarrito in volto... “Ah vanne...
Vanne”, disse, “alla figlia, e la difendi…
Dille, che al Re m’invio… se la mia morte
Può placar l’ira sua, se in questa guisa
Pace alla patria mia donar mi è dato,
Dille, che il mio morir troppo è a me grato!”
Malcom
Come!
Albina
E ad Elena tu?
Serano
Tutto narrai…
E già fuor di se stessa
Corre alla reggia.
Albina
Oh sciagurata! oh pena!
Malcom
Ah tu il sentier mi addita,
Che segnò l’infelice...
Serano
Al par del lampo
Dal guardo mio sparì.
Malcom
Stelle spietate!
E a tante pene i giorni miei serbate?
[10.Aria]
Ah si pera: ormai la morte
Fia sollievo a’ mali miei,
Se s’invola a me colei
Che mi rese in vita ognor.
Ah! mio tesoro! io ti perdei!
Dolce speme del mio cor!
Guerrieri
(di dentro)
Duglas! Duglas! ti salva!
Albina e Serano
Quai voci!
Malcom
E chi si avanza?
Guerrieri del Clan
(fuora)
Duglas dov’è?
Malcom
Che avvenne?
Guerrieri
Ah! più non v’è speranza...
Cadde Rodrigo estinto...
Albina e Serano
Avverso Ciel!
Guerrieri
Ha vinto
Di Scozia il Re...
Malcom
Che sento!
Guerrieri
Ne insegue, e dà spavento
Già l’oste vincitrice...
Malcom
Che tento! oh me infelice!
Elena! amici! oh Dio!
Fato crudele, e rio!
Fia pago il tuo furor!
Ah! chi provò del mio
Più barbaro dolor?
Albina, Serano e Guerrieri del Clan
Fato crudele e rio!
Fia pago il tuo furor/rigor.
(Malcom parte coGuerrieri.)
Stanza nella reggia di Stirling.
[Recitativo]
SCENA IV
Giacomo,Duglas da guerriero ma senza
elmo e spada, Guardie, infine Bertram.
Giacomo
E tanto osasti?
Duglas
Io mi presento, o Sire,
Volontario al tuo piè.Grazia non chieggo
Pe’ giorni miei.Di sanguinosa guerra
Arde la face, e la mia morte
Basta a spegnerla appieno.Ah! sulla figlia,
E su quanti, pietosi al mio destino,
Mi difesero in campo,
Scenda la tua clemenza!
Giacomo
E quale oggetto
Sotto ignote divise
Te condusse al torneo, che celebrava
La mia vittoria?Audace! a che ostentarmi
Tanto valor, tutti atterrando i prodi,
Che venner teco al paragon dell’armi,
E in aperta tenzon?
Duglas
Sperai destarti
Delle antiche mie gesta
Rimembranza così:Giacomo solo,
Del precettor, che l’educò alla gloria,
Riconoscer potea gli usati modi
Nel battagliar.
Giacomo
Ma a cancellar non basta
Il tuo fallo un tal passo.
(alle guardie, che circondano Duglas)
Olà! serbate
Al mio sdegno costui.
Duglas
Lo merto: attendo
Tranquillo i cenni tuoi. Figlia infelice!
Sol mi è grave il morir, perché lasciarti
Deggio misera, e sola!
Giacomo
E ancor non parti?
(Duglas è condotto via.)
Quanto all’alma tu costi,
Simulato rigor! Son ne’ miei lacci
I più forti nemici...Ah! se Malcom...
Se quel rival...
Bertram
Signor, parlarti brama
Donna,molle di pianto, e quella gemma,
Che ornò tua destra, a me mostrando...
Giacomo
(È dessa!)
Venga, ed a lei si taccia,
Ch’io sono il Re.Ti attendo alle mie stanze.
Quanto vogl’io, saprai.
Bertram
Vado…
(Parte.)
Giacomo
Quale distanza
V’ha dal mio core al tuo, donna! vedrai.
(Entra.)
SCENA V
Bertram introduce Elena.
Bertram
Attendi: il Re fra poco
Ti ascolterà.
(Entra nelle regie stanze.)
Elena
Reggia, ove nacqui, oh quanto
Fremo in vederti! Alle sventure mie
Tu fosti culla! assai di te più caro
Mi era l’albergo umìl, dove or nel padre,
Or nell’oggetto amato
Pascea lo sguardo, e lor posava allato!
Ma qui sola! ov’è il Re? chi al regio aspetto
Mi guiderà? Se il generoso amico
Non m’ingannò, del genitor la vita,
Di Malcom, di Rodrigo
Spero salvar...
[11. Canzoncina sul palco]
Che sento!
Qual soave armonia! Che bel concento!
Giacomo
(canta dalle sue stanze)
Aurora! ah sorgerai
Avversa ognor per me?
D’Elena i vaghi rai
Mostrarmi... oh Dio! perché?
E poi rapirmi, o barbara!,
Quel don ch’ebb’io da te?
[Recitativo]
Elena
Stelle! sembra egli stesso! Ah! qual
[sorpresa!
Né mi pose in obblio?
Di me si duole? e che sperar poss’io?
SCENA VI
Comparisce Giacomo: Elena va frettolosa ad
incontrarlo.
Elena
Eccolo! amica sorte
Ti presenta a’ miei voti,
O generoso cor!
Giacomo
Da me che chiedi?
Elena
Il tuo don non rammenti? ah sì, tu stesso
Mi guida al Re.
Giacomo
Tu lo vedrai.
Elena
Perdona
Alla impazienza mia… di un breve istante
Non indugiar… sacro dover di figlia
Al trono mi avvicina.
Giacomo
Ebben, tu il vuoi?
E chi sa opporsi a’ desideri tuoi?
(Si appressa ad una gran porta in fondo,
che aprendosi lascia vedere quanto
di magnificenza possa comprendere la sala
del Trono.)
[12. Coro]
SCENA ULTIMA
Bertram,Grandi, e dame, che circondano il
trono, indi gli attori che verranno enunciati.
Grandi e Dame
Imponga il Re: siam
Servi del suo voler:
Il Grande in lui vantiamo,
Il padre, ed il guerrier.
[Recitativo]
Elena
Ah! che vedo! qual fasto!
Ma fra tanti ov’è il Re? [Proni, e devoti
Miro tutti,ma invano
Cerco chi sia fra questi il lor Sovrano.
Giacomo
Eppure è qui.
Elena
Ma qual?... stelle! ogni sguardo
È a te rivolto? il capo tuo coverto,
La piuma che dagli altri ti distingue... ]
Saresti mai?...Gran Dio!
Deh avvera i dubbi miei...
Giacomo
(indicando se stesso)
Il Re chiedesti? e al fianco suo tu sei.
Elena
Tu stesso? ah! qual sorpresa! a’ piedi tuoi...
Giacomo
Sorgi… l’amico io son… di mie promesse
Il fido esecutor… parla… che brami?
Elena
Ah! non l’ignori... il genitor...
Giacomo
Ebbene...
Il padre è reo, ma alla sua figlia il dono...
(Ad un suo cenno vien fuora Duglas.)
Vieni, Duglas... L’abbraccia... io ti perdono.
[Duglas
Ah figlia!
Elena
Ah padre mio!
Elena e Duglas
Signor... deh lascia...
Giacomo
Obblio
Tutto per te: tu, Lord Bothwel, riprendi
Gli stati tuoi…
Duglas
Tutto il mio sangue in segno
Di grato cor...
Giacomo
Appien contenta, il veggo,
Elena ancor non è? Favella.
Elena
Ah Sire!
I giorni di Rodrigo…
Giacomo
Egli! infelice!
Ah! non è più!
Elena
Che ascolto! Oh sventurato!
Duglas
Oh amico sciagurato!
Giacomo
Alla clemenza
Diedi abbastanza, e di giustizia or deggio
Dar rigoroso esempio…] Venga Malcom…
Elena
Ah Sire!
Giacomo
Alcun non osi
Chieder grazia per lui…
Elena
(Come salvarlo?)
Malcom
(viene tra le Guardie)
(Elena! oh rio destin!)
Giacomo
Giovine audace!
A me ti appressa: un traditor degg’io
Punire in te...
Malcom
Ah Prence! il fallo mio...
Giacomo
Pietà non merta, e dell’error ben degna
Avrai tu pena.
(Depone la sua ostentata fierezza, lo alza, lo
abbraccia, e gli appende al collo la sua
gemmata collana.)
Ah sorgi, e questo sia
Pegno del mio favor.
Porgi la destra...
(Unisce le destre di Elena, e di Malcom.)
Siate felici, il Ciel vi arrida.
Elena e Malcom
Oh Cielo!
Bertram, Grandi e Dame
Oh Re clemente!
Giacomo
Altro a bramar ti resta?
Elena
Io... Sire... qual piacer!... qual gioia è questa!
[13. Rondò – Finale]
Tanti affetti in un momento
Mi si fanno al core intorno,
Che l’immenso mio contento
Io non posso a te spiegar.
Deh! il silenzio sia loquace...
Tutto dica un tronco accento...
Ah Signor! la bella pace
Tu sapesti a me donar!
Tutti
Ah sì... torni in te la pace,
Puoi contenta respirar.
Elena
Fra il padre, e fra l’amante
Oh qual beato istante!
Ah! chi sperar potea
Tanta felicità!
Tutti
Cessi di stella rea
La fiera avversità.


N.B. Il testo del libretto è stato tratto dal sito www.teatroallascala.org